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Il New York Times ha recensito Halloween di Carpenter 40 anni dopo

Quando, nel 1978, uscì Halloween di Carpenter gli stampatori del New York Times erano in sciopero. Non ci fu modo di pubblicare la notizia dell’elezione di un nuovo Papa, figuriamoci la recensione di un film horror. Oggi, in occasione dell’uscita dell’undicesimo capitolo della saga, il Nyt ha deciso di rimediare. Il critico cinematografico Jason Zinoman ha recensito Halloween, 40 anni dopo.

«L’Halloween originale mi ha sempre colpito in quanto film d’arte sperimentale dentro la sfruttatissima cornice horror», così inizia la recensione di Zinoman. «La scena di un killer che spia un gruppo di donne mezze nude è supportata da una regia così sapientemente orchestrata che disorienta, mentre il battito delle note della colonna sonora ricorda che qualcosa di terribile e inevitabile sta per succedere». Quel che rende il film un’opera d’arte è la coerenza della visione del regista, che si manifesta fin dai titoli di testa.

Jamie Lee Courtis in una scena di Halloween

Fondamentale, per Zinoman, è la caratterizzazione di Michael Myers, così diverso dai soliti mostri: «Lui non barcolla o striscia o corre. Lui cammina, normalmente. La sua fisicità e i suoi vestiti non dicono niente di lui. Non parla mai e non offre alcuna motivazione alla propria smania di morte. Più che un personaggio, rappresenta l’assenza del personaggio, un’astrazione nel mezzo di una banale fetta di vita di periferia». L’unica traccia lasciataci per comprendere la psiche di Myers sono le parole del suo psicologo che, però, non trova in lui nessun tipo di coscienza.

Il motivo per cui Halloween di Carpenter è diventato un classico senza tempo, sempre secondo Zinoman, risiede nel suo essere privo di rimandi all’attualità. «Molti mostri dell’horror incarnano alcune ansie culturali come la paura dell’atomico o dello strapotere della scienza o del razzismo». In Halloween non c’è niente di tutto questo. Il film del ’78 «non si occupa di temi attuali e non perde tempo a sviluppare personaggi, trama, temi né qualsiasi altro elemento che non serva al preciso obiettivo di farti sentire un brivido lungo la schiena».