Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
C’è un gruppo Facebook in cui è sempre il 2009
Il ciuffo di Justin Bieber, l’iPod mini fucsia, la morte di Michael Jackson, le Converse nere con i lacci argentati alte fino al ginocchio (meglio se tarocche). Sono solo alcuni riferimenti che si possono trovare in un gruppo Facebook in cui i membri fingono di essere sempre nel 2009, al massimo nel 2012. Non a caso si chiama: “A Group Where We Pretend its 2009-2012”. «Qui ogni post è un modo per piegare il tempo al proprio volere», ha scritto Huck, che ha intervistato gli amministratori e ideatori del gruppo, i quali hanno chiesto agli oltre 300mila membri di scrivere come si faceva in quegli anni, apoteosi della “XD”, utilizzare solo il tasto “mi piace” sui post, evitando quindi le reaction arrivate sulla piattaforma dal 2016 in poi.
Ad aver avuto l’idea è un giovane collettivo filippino alla cui guida c’è Lorenzo, uno studente di 16 anni, che ha avviato il gruppo nell’aprile 2020 con i suoi amici delle superiori, intento a creare una pagina adibita alla nostalgia per quello che aveva vissuto quando era piccolissimo. Il più anziano del collettivo è Jeshua, di 17 anni. «Penso che le persone vogliano semplicemente fingere che siano tempi più facili», ha detto uno degli amministratori. Secondo loro, il motivo del successo del gruppo (che all’inizio è partito molto in sordina, con circa 700 membri per mesi) è stato dovuto al peggiorare della pandemia. «Notavamo che più si parlava di lockdown, più la gente si iscriveva».
Si celerebbe, in questo, anche una motivazione di tipo psicologico. «Quel genere di gruppo soddisfa la nostra voglia di fuggire dalla realtà», ha spiegato il dottor Ryan Blackstock, uno psicologo specializzato nell’impatto dei giochi di ruolo sulle persone. «Perché è come se stessimo guardando la nostra identità, ma indietro di diversi anni. Come se potessimo recuperare il tempo che non abbiamo più», e a volte basta un meme per riuscire a riportarci a quell’età, o la foto del primo album di Ke$ha. Andreas Lieberoth, assistente alla cattedra di Psicologia dell’educazione all’Università di Aarhus, intende il comportamento dei membri di questo gruppo come un delicato rifiuto del mondo reale: «Tutto lo stress generato dal Coronavirus ci attrae verso questi spazi sicuri e mondi immaginari, in cui l’epidemia non esiste, non esiste neanche la Brexit. Oserei dire che si tratta di una sorta di morbida ribellione: le persone si riuniscono e si dicono, tacitamente, l’un l’altro “Siamo finalmente liberi di tornare indietro”».

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.