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Adesso Gmail capisce i nostri sentimenti

Lo scorso novembre Google ha annunciato un importante aggiornamento della sua app Inbox, uno dei canali attraverso cui la società cerca di rendere ancora più capillare l’uso del sistema di posta elettronica Gmail: la funzione Smart Reply si sarebbe servita degli algoritmi sviluppati a Cupertino per “leggere” le email ricevute dagli utenti e offrire fino a tre alternative di risposta breve fra cui scegliere, senza dover scrivere nulla di proprio pugno.

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Da allora, Smart Reply è stato portato anche su desktop, all’indirizzo inbox.google.com, e l’intelligenza artificiale della feature sembra aver fatto passi da gigante. Sul sito del New York Ben Craig parla di come la funzione l’abbia addirittura aiutato a capire ciò che stava provando durante la tormentata fine del rapporto con la sua ragazza:

Ero ancora convinto di potermi servire dell’eloquenza e della maturità per metterci una pezza. Avrei approfondito i miei sentimenti, la forza dei quali avrebbe persuaso la mia ex ragazza, e la mia sicurezza cresceva a ogni parola che battevo sulla tastiera. Quando sono passato alla parte inferiore della missiva, però, Gmail mi ha suggerito un responso computer-generated che era più breve e più asciutto, nonché, ho realizzato, tutto ciò che volevo davvero dirle: «Mi manchi tanto».

Il suggerimento ricevuto dall’autore del pezzo è il risultato di ciò che a Google viene definita «una rete neurale di forza industriale». Questo network, spiega Craig, aveva “processato” le parole dell’email della fidanzata appena lasciata, producendo un «vettore» e «sintetizzando una risposta grammaticalmente corretta una parola per volta». Ma la sorpresa provata da Craig non aveva certo a che fare tanto con l’aspetto “grammaticale” delle proposte di Gmail, quanto su come fossero inaspettatamente adeguate alla situazione, agli intenti e ai toni che lui stesso avrebbe voluto utilizzare.

Face Value

In un’altra occasione, l’autore aveva notato che Smart Reply aveva rilevato «della saggezza paterna» in una mail che gli aveva inviato il padre, e proposto uno stringato «Grazie per il consiglio» come risposta. Si trattava, per motivi non menzionati, di «una replica abbastanza appropriata da tentarmi di farla passare per mia». Particolare interessante notato da Craig è che la funzione “si nutre” dei casi precedenti che assorbe per migliorare la precisione delle sue indicazioni: la fine dell’amore del giornalista del New York era solo l’ennesimo scambio di email di due persone che non vogliono più stare insieme, un puntino insignificante nella galassia dei dati registrati da Google. «È proprio perché non è la prima rottura che avviene via email che Smart Reply sa cosa sta succendendo», ha commentato Greg Corrado, ricercatore anziano del Google Brain Team.