Hype ↓
04:39 mercoledì 2 luglio 2025
L’Unione Europea ha stabilito che sapere quanto guadagnano i propri colleghi è un diritto Lo ha fatto con una direttiva che l’Italia deve recepire entro il 2026. L'obiettivo è una maggiore trasparenza e, soprattutto, contribuire alla diminuzione del gap salariale tra uomini e donne.
Grazie all’accordo tra Netflix e la Nasa ora si potrà fare binge watching anche dell’esplorazione spaziale Il servizio di streaming trasmetterà in diretta tutta la stagione dei lanci spaziali, comprese le passeggiate nello spazio degli astronauti.
Gli asini non sono affatto stupidi e se hanno questa reputazione è per colpa del classismo Diverse ricerche hanno ormai stabilito che sono intelligenti quanto i cavalli, la loro cattiva fama ha a che vedere con l'associazione alle classi sociali più umili.
In Turchia ci sono proteste e arresti per una vignetta su Maometto pubblicata da un giornale satirico Almeno, secondo le autorità e i manifestanti la vignetta ritrarrebbe il profeta, ma il direttore del giornale ha spiegato che non è affatto così.
Una delle band più popolari su Spotify nell’ultimo mese è un gruppo psych rock generato dall’AI Trecentomila ascoltatori mensili per i Velvet Sundown, che fanno canzoni abbastanza brutte e soprattutto non esistono davvero.
A Bologna hanno istituito dei “rifugi climatici” per aiutare le persone ad affrontare il caldo E a Napoli un ospedale ha organizzato percorsi dedicati ai ricoveri per colpi di calore. La crisi climatica è una problema amministrativo e sanitario, ormai.
Tra i contenuti speciali del vinile di Virgin c’è anche una foto del pube di Lorde Almeno, secondo le più accreditate teorie elaborate sui social sarebbe il suo e la fotografia l'avrebbe scattata Talia Chetrit.
Con dei cori pro Palestina e contro l’IDF, i Bob Vylan hanno scatenato una delle peggiori shitstorm della storia di Glastonbury Accusati di hate speech da Starmer, licenziati dalla loro agenzia, cancellati da Bbc: tre giorni piuttosto intensi, per il duo.

Il triste declino delle gif

Giphy, il motore di ricerca delle gif, ha dichiarato che sono troppo cringe per sopravvivere: l'unica soluzione è che vengano acquisite da Meta. Ma come hanno fatto a trasformarsi nel mezzo espressivo dei boomer?

di Studio
21 Settembre 2022

C’è stato un momento, difficilmente collocabile nel tempo, in cui usare certe emoji su Whatsapp ha iniziato a far rima con senilità (fisica e/o mentale). Mentre in giro c’è ancora chi sostiene di usare pesche e melanzane durante il sexting, nelle chat di lavoro continuano ad abbondare le emoji per prostrarsi in scuse disperate: mani giunte, faccina che piange, cuore spezzato. Vietata ovunque, invece, la faccina che ride fino alle lacrime, così come quella che sorride (a meno che non venga usata come reazione passivo-aggressiva): entrambe rappresentano il non plus ultra della sfiga. Certe emoji sono morte, alcune stanno agonizzando, ma nel complesso la loro fine è ancora lontana: aprite Whatsapp e cercate una chat dove non compaia un cuore rosso. Diverso è il destino delle gif. Ad annunciare la loro fine, pochi giorni fa, è stato Giphy stesso (il motore di ricerca nato nel 2013 per facilitare la ricerca e l’uso delle gif) con una dichiarazione che riassume alla perfezione il clima culturale in cui siamo immersi: molto semplicemente, le gif stanno morendo perché sono diventate cringe.

È esattamente quello che Giphy ha confessato all’autorità di regolamentazione della concorrenza del Regno Unito che sta cercando di bloccare un tentativo di acquisizione da 400 milioni di dollari da parte di Meta. In una dichiarazione depositata presso l’Autorità per la concorrenza e i mercati, Giphy ha sottolineato con una certa disperazione che non esiste società diversa da Meta disposta ad acquistarla. Come riportato dal Guardian, il valore dell’azienda è sceso di 200 milioni di dollari rispetto al picco del 2016 e, cosa più importante, la sua offerta principale mostra chiari segni di boomerismo.

Pensateci, qual è l’ultima volta che avete utilizzato una gif? Se l’avete fatto recentemente, senza dubbio l’intento era ironico, un po’ come quando facciamo gli auguri ai colleghi utilizzando quelle card in stile “buongiornissimo caffè” che si trovano cercando su Google Immagini “auguri collega”. Molto probabilmente avrete scelto la vostra gif senza nemmeno andarla a prelevare su Giphy, ma usando le tastiere Gif a disposizione su Whatsapp. Molto probabilmente era un gatto bianco che piange con gli occhi luccicosi (le gif con gli animali sono rimaste le uniche salvabili), quasi sicuramente, se siete bianchi, probabilmente non era una gif con protagonisti neri, perché, come avrete letto negli anni passati (ad esempio qui, o qui) è considerata una forma di blackface (ma la gif più usata del 2021 resta Stanley di The Office Usa).

Con il loro stile sgranato e scattoso, le gif sembrano provenire da un’altra era, e in effetti è così: sono state inventate nel lontanissimo 1989 (molto prima degli smartphone e dei social, ma anche prima del World Wide Web). Hanno accompagnato l’ascesa del web e hanno prosperato per qualche anno, gradualmente accantonate con la nascita di formati meno pesanti. Ma invece di sparire definitivamente, nel 2010 sono esplose, cavalcando il successo di Tumblr. Non solo venivano usate come reazioni (un po’ come delle emoji animate) per commentare i post, ma erano diventate il modo più semplice per condividere brevi video. I frammenti di filmati porno che costituivano una parte fondamentale del social (finché non sono stati eliminati nel 2018, decretando di fatto la sua morte) erano tutti in formato gif.

Gli stessi motivi per cui la gif ha rischiato di morire la prima volta non sono mai scomparsi: a un file di grandi dimensioni corrisponde una scarsa qualità dell’immagine. Nonostante ciò, ai bei tempi, rispondere con una gif era preferibile a qualsiasi altro tipo di risposta. Era un modo per sfoggiare il proprio senso dell’umorismo, la propria abilità nel maneggiare la cultura di internet e anche la cultura pop, visto che moltissime gif erano prelevate da serie, film, eventi mondani. Usando Giphy, poi, trovare la gif perfetta era facilissimo: l’azienda ne aveva raccolte più di 300 mila da tutto il web, le aveva taggate e classificate, aiutando gli utenti a trovare esattamente quella giusta per qualsiasi situazione (mentre prima dovevano scartabellare gli oscuri siti dei creatori di gif, un’attività non proprio per tutti). «Gli stessi principi che si applicano a Google sembrano valere anche per Giphy: se non sei tra i primi tre risultati, potresti anche non esistere», dice un esperto di internet culture citato dal Guardian. In pratica tutti hanno iniziato a utilizzare le stesse gif e l’uso creativo e innovativo del formato si è spento. Non solo: le gif non sono mai state facili da creare (a differenza dei meme, ad esempio) e non sono adatte all’uso su mobile, che è il principale mezzo col quale tutti oggi utilizziamo internet.

Non c’è niente di più cringe che arrivare in ritardo sulle cose di internet: è il motivo per cui i reel sono estremamente cringe, per il modo in cui il più delle volte ripropongono TikTok diventati virali mesi prima, ed è cringe anche condividere un meme dopo troppo tempo che è girato. Se le gif sono diventate così sfigate è anche perché non vanno d’accordo con la Gen Z, che per chattare usa Instagram e per condividere e commentare contenuti usa TikTok. Giphy ha ragione: solo Meta può prendersi la briga di acquisirla e metterla a disposizione dei boomer che ancora utilizzano quel catorcio di Facebook, gli unici che sarebbero ancora capaci di commentare l’articolo condiviso da qualcuno con Dwight di The Office Usa che fa una smorfia (e trovarlo divertente).

Articoli Suggeriti
Grazie all’accordo tra Netflix e la Nasa ora si potrà fare binge watching anche dell’esplorazione spaziale

Lanci dei razzi, passeggiate nello spazio, la Terra vista dalla Stazione spaziale internazionale: tutto disponibile su Netflix a partire da questa estate.

Una delle band più popolari su Spotify nell’ultimo mese è un gruppo psych rock generato dall’AI

Trecentomila ascoltatori mensili per i Velvet Sundown, che fanno canzoni abbastanza brutte e soprattutto non esistono davvero.

Leggi anche ↓
Grazie all’accordo tra Netflix e la Nasa ora si potrà fare binge watching anche dell’esplorazione spaziale

Lanci dei razzi, passeggiate nello spazio, la Terra vista dalla Stazione spaziale internazionale: tutto disponibile su Netflix a partire da questa estate.

Una delle band più popolari su Spotify nell’ultimo mese è un gruppo psych rock generato dall’AI

Trecentomila ascoltatori mensili per i Velvet Sundown, che fanno canzoni abbastanza brutte e soprattutto non esistono davvero.

La storia del turista norvegese respinto dagli Stati Uniti per un meme su Vance sembrava falsa perché effettivamente lo era

Il visto non gli è stato negato per un meme, ma perché ha ammesso di aver consumato stupefacenti.

C’è un sito che usa il riconoscimento facciale per trovare e denunciare i poliziotti violenti

Si chiama fuckLAPD.com, l'ha creato un artista americano per trovare gli agenti che coprono i loro numeri identificativi. 

Adesso anche Wikipedia ha una sezione dedicata ai giochi e all’enigmistica

L'enciclopedia libera si unisce a New York Times, Atlantic, New Yorker e molti altri giornali che in questi anni hanno investito parecchio nella gamification.

La nuova arma di propaganda preferita dell’Iran sono i Lego

In particolare, cartoni animati che riprendono l'estetica Lego in cui si racconta che Netanyahu e Trump sono amici del diavolo.