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16:41 giovedì 13 novembre 2025
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.
L’unica persona ancora convinta che Trump non sapesse niente dei traffici di Epstein è l’addetta stampa della Casa Bianca Nonostante le ultime rivelazioni riguardanti gli Epstein Files, Karoline Leavitt continua a ripetere che «il Presidente non ha fatto nulla di male».
È uscito il primo trailer di Marty Supreme, il film sul ping pong con cui Timothée Chalamet punta a vincere l’Oscar Il film di Josh Safdie è stato accolto con entusiasmo dalla critica e il suo protagonista è già lanciatissimo verso la statuetta per il Miglior attore. 
Da oggi scatta il blocco ai siti porno per i minorenni, solo che al momento non è bloccato niente Dal 12 novembre i portali per adulti devono controllare l'età degli utenti con un sistema esterno e anonimo, che però non è ancora operativo.
È morto Homayoun Ershadi, leggendario attore iraniano che Abbas Kiarostami scoprì a un semaforo Il suo ruolo ne Il sapore della ciliegia lanciò una carriera iniziata per caso: nonostante il successo, non si è mai sentito un vero attore.
Papa Leone XIV ha rivelato i suoi quattro film preferiti e tra questi non ci sono né ConclaveThe Young Pope E neanche Habemus Papam e I due Papi né nessun altro film che parli di Papi.

Le vite dei ricchi

Generation Wealth, uscito da Phaidon, è una monografia sul lavoro ventennale di Lauren Greenfield intorno alla ricchezza e al benessere.

20 Giugno 2017

Che cosa proviamo guardando i ricchi? Li invidiamo? Vorremo essere come loro? Oppure li disprezziamo? Una Ferrari o un gioiello, una villa con piscina, ci impongono un giudizio morale? Forse il discorso cambia se distinguiamo i ricchi che vediamo per strada, che incrociamo in città o in vacanza, dai ricchi letterari o cinematografici, i ricchi della finzione. C’è tanto materiale narrativo che prende forma dal benessere, dalle famiglie che non hanno problemi economici, dalle tenute, dalle grandi cene, dallo shopping smisurato, forse perché non doversi preoccupare della sussistenza fa emergere dei conflitti più forti e interessanti, forse perché l’aspirazione alla ricchezza (o più in generale al potere) è uno dei sentimenti umani più riconoscibili, per quanto sia difficile da accettare.

La dissoluzione morale ed etica nei teenager hollywoodiani di Meno di zero è un esempio particolarmente utile per riflettere sul nostro atteggiamento di fronte alle rappresentazioni della ricchezza: non si può dire che gli adolescenti dissoluti di Ellis vivano una bella vita (disperazione, confusione, eccessi di qualunque tipo, assenza di empatia) eppure sono vite desiderabili, vite in cui da lettore vorresti trovarti, anche se magari non per tutta la vita. Meno di zero è un memorabile libro sulla ricchezza (e l’Occidente) perché l’autore, giocando proprio su questo conflitto – la seduzione che esercita un certo stile di vita anche sapendo che è moralmente sbagliato – ci mostra i nostri sentimenti e i nostri desideri, anche quelli che non sappiamo di avere.

Ellis è stato considerato uno principali critici dell’America reaganiana, eppure i suoi libri sono qualcosa di molto più complesso di una “critica”. Così come molto più complesse di una critica sono le fotografie di Lauren Greenfield incluse nel progetto Generation Wealth. Una monografia, appena uscita da Phaidon, che racconta il lavoro ventennale (accompagnato da interviste e documenti) di questa fotografa e documentarista intorno, appunto, al tema della ricchezza, un lavoro iniziato con il progetto Fast Forward: Growing Up in the Shadow of Hollywood sul confronto tra adolescenti delle classi ricche e povere a Los Angeles.

Per quanto molto più spinte sugli aspetti grotteschi e seduttivi rispetto a Ellis, e per quanto il progetto sia pervaso dichiaratamente da una critica agli eccessi della ricchezza, anche le fotografie di Laura Greenfield problematizzano il modo in cui guardiamo i ricchi. Sembrano buffi, a volte, lunari. Il modo in cui appaiono, in cui si vestono, in cui scelgono i loro accessori ci fanno pensare a quelle torte troppo decorate e con troppa panna, che guardiamo divertiti senza che ci venga voglia di mangiarle. Eppure, altre volte, scremata la cattiveria, si coglie un senso di sacro, una luce diversa che si posa sui volti di questi privilegiati globali. Quella luce ci dice che non è sempre così semplice prendere posizione, formare dei giudizi che tengano conto dei nostri sentimenti reali. Viene da pensare anche ai ritratti di re e di corte, una delle principali forme della pittura antica e di quella rinascimentale. Ancora oggi non sono univoci i segni che riusciamo a leggere nei volti dei ricchi e dei potenti: più che un semplice giudizio (e quindi una distanza), chiedono un rispecchiamento.

Nelle immagini, in ordine di apparizione: Kim Kardashian a 12 anni insieme a sua sorella Kourtney, 13, a una scuola di danza a Bel-Air, Los Angeles, 1992; la festa dell’Indipendenza del 1993 di Lindsey, 18 anni, che appena tre giorni prima si è affidata a un chirurgo estetico per rimodellare il suo naso; alcune ragazze della Crenshaw High School vincitrici di un concorso per ricevere un “Oscar treatment” che comprendeva limousine personali e photoshooting, 2001; Kailia Deliz, cinque anni, riceve il suo premio in denaro per la vittoria nel concorso di bellezza “Summer Fun” a Oxnard, California, nel 2011; il “bikini contest” di Becky, 20 anni, a Panama City, 2000; Jackie e le sue amiche a un’apertura su invito del Versace storie di Beverly Hills, 2007; Ilona nella sua casa di Mosca con la figlia Michelle, 4 anni, 2012, indossa una felpa del designer di moda Andrey Artyomov; l’imprenditrice di Las Vegas Tiffany Masters, 38 anni, impiega giovani ragazze per intrattenere i clienti dei nightclub locali.
Photograph and text © 2017 Lauren Greenfield/INSTITUTE
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