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Il governo spagnolo ha approvato la settimana lavorativa corta Se la legge dovesse essere approvata anche dal Parlamento, 12 milioni di persone lavoreranno due ore e mezzo in meno alla settimana.
Plestia Alaqad, una delle più famose giornaliste palestinesi, ha pubblicato il suo diario di guerra Lo ha intitolato The Eyes of Gaza, un libro per raccontare alle future generazioni che cos'era la vita a Gaza prima della guerra e cosa ne è rimasto dopo.
Grazie a una collaborazione tra Cinecittà e New York è stata realizzata la più grande retrospettiva su Monica Vitti E anche la prima mai fatta negli Usa: si intitola "Monica Vitti: La Modernista" e raccoglie 14 tra i più bei film dell'attrice.
Per la prima volta nella storia, un fumetto ha vinto il Premio Pulitzer  L'unico precedente è stato Maus nel '92, che però vinse nella categoria Special Awards and Citations.
Anche i cardinali stanno guardando Conclave per prepararsi al Conclave Stando a fonti vicinissime al Vaticano, tutti i cardinali che lo hanno visto hanno trovato il film molto realistico.
È morto Enrico Baleri, il designer che ha inventato la sedia Spaghetti Aveva 83 anni e nel 1979 disegnò, assieme a Giandomenico Belotti, un oggetto che è diventato un'icona del design italiano.
Il Ceo di Pop Mart ha guadagnato un miliardo e mezzo di dollari in una settimana grazie ai Labubu Ora il 38enne Wang Ning ha un patrimonio personale di 16,1 miliardi di dollari.
La Città del Vaticano “spegnerà” la sua rete telefonica per tutta la durata del Conclave Una misura drastica ma, a quanto pare, necessaria per garantire la segretezza dell'elezione del Papa.

Uno dei problemi lavorativi della Gen Z è che non sa usare le stampanti

28 Febbraio 2023

Gli appartenenti alla Generazione Z hanno un rapporto con la tecnologia diverso da quello di tutte le generazioni precedenti: i dispositivi sono estensioni del loro corpo e delle loro menti, hanno nei confronti delle app l’atteggiamento che si ha nei confronti degli oggetti quotidiani, utilizzati sin dall’infanzia. Ma cosa succede quando uno zoomer entra per la prima volta in un ufficio e si trova ad avere a che fare con reperti archeologici come stampanti, scanner, telefoni fissi, fax, computer desktop? Succede che i responsabili delle risorse umane devono inventarsi un nuova forma di discriminazione sul luogo di lavoro: il tech shaming, ovvero mettere in condizione d’inferiorità i colleghi bravissimi a sistemare una foto su Instagram o ad aggiustare un video per TikTok ma incapaci di fare una fotocopia.

Ne ha parlato in un articolo il Guardian, raccogliendo le frustranti esperienze di diversi giovani di fronte a tutti gli strumenti del lavoro che non sono app. Tra le testimonianze più curiose e surreali, il post su Reddit di un anonimo responsabile IT di un’azienda americana che ha raccontato di essere stato costretto ad appicciare un post it accanto al tasto di accensione dei desktop pc dell’ufficio in cui lavora: sul bigliettino c’era scritto che quello è il tasto da premere per far partire i computer, una misura resa necessaria per accelerare il lavoro mattutino, spesso rallentato dalla confusione dei più giovani di fronte alle arcaiche macchine. Il problema è talmente diffuso che HP, l’azienda tech, per affrontarlo ha coniato la definizione di cui sopra: tech shame. L’azienda ha commissionato un’indagine interna, dalla quale si è scoperto che un giovane lavoratore su cinque si è sentito «giudicato» dai colleghi più anziani a causa dei problemi riscontrati con le vecchie tecnologie. Da un’altra ricerca condotta dall’agenzia LaSalle si scopre che quasi la metà degli zoomer che hanno cominciato a lavorare per la prima volta nel 2022 sentono di non avere le conoscenze tecnologiche necessarie a lavorare in un ufficio. Usare Instagram e TikTok è facile, dicono tutti, basta pochissimo per imparare tutto quello che c’è da sapere. Per usare una stampante, invece, tocca leggere il manuale delle istruzioni, non la più user friendly delle esperienze.

Nei corsi sulle differenze generazionali nel mondo del lavoro la questione tecnologica si pone sempre più spesso. Nel pezzo del Guardian c’è una dichiarazione di Steve Bench, che di mestiere fa proprio quello che spiega a giovani e a non più giovani come fare a lavorare assieme: «Spesso scherzo dicendo che gli stagisti Gen Z che partecipano ai miei corsi non sanno come spedire una lettera. Mi chiedono cose tipo “dove devo mettere lo sticker”. E io rispondo “intendi il francobollo?». C’è da dire, però, che le difficoltà degli zoomer nel mondo del lavoro sono limitate solo al primo periodo: ci mettono poco a imparare, spiega Bench. «Non saranno questo dono di Dio ai datori di lavoro che arriva in ufficio e sa già come usare Excel, ma imparano molto velocemente».

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