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L’attore e regista Jesse Eisenberg ha detto che donerà un rene a un estraneo perché gli va e perché è giusto farlo Non c'è neanche da pensarci, ha detto, spiegando che a dicembre si sottoporrà all'intervento.
A Parigi c’è una mensa per aiutare gli studenti che hanno pochi soldi e pochi amici Si chiama La Cop1ne e propone esclusivamente cucina vegetariana, un menù costa 3 euro.
Il Premier australiano è stato accusato di antisemitismo per aver indossato una maglietta dei Joy Division Una deputata conservatrice l’ha attaccato sostenendo che l’iconica t-shirt con la copertina di Unknown Pleasures sia un simbolo antisemita.
Lo scorso ottobre è stato uno dei mesi con più flop al botteghino nella storia recente del cinema In particolare negli Stati Uniti: era dal 1997 che non si registrava un simile disastro.
La neo premio Nobel per la pace Maria Corina Machado ha detto che l’intervento militare è l’unico modo per mandare via Maduro La leader dell’opposizione venezuelana sembra così approvare l'iniziativa militare presa dall'amministrazione Trump.
Dopo il caso degli accoltellamenti sul treno, in Inghilterra vorrebbero installare nelle stazioni i metal detector come negli aeroporti Ma la ministra dei Trasporti Heidi Alexander ha già fatto sapere che la cosa renderà «un inferno» la vita dei passeggeri.
La Sagrada Família è diventata la chiesa più alta del mondo Il posizionamento di una parte della torre centrale sopra la navata ha portato l’altezza della chiesa a 162,91 metri superando i 161,53 della guglia della cattedrale di Ulm, in Germania
A giudicare dai nomi coinvolti, Hollywood punta molto sul film di Call of Duty Un veterano dei film bellici e lo showrunner del momento sono i due nomi chiamati a sdoganare definitivamente i videogiochi al cinema.

Gaming e razzismo: colpa dei videogiochi o dei giocatori?

25 Marzo 2013

Uno studio pubblicato dalla rivista New Review of Hypermedia and Multimedia (link a pagamento) ha analizzato il rapporto tra il mondo del gioco online e il razzismo, concludendo che piattaforme come quella XBox di Microsoft sono diventate un ambiente sicuro per un lessico discriminatorio, patria del «razzismo dichiarato che un tempo caratterizzava la nostra società». Complice forse l’anonimato e la non-presenza fisica che caratterizzano il rapporto tra giocatori, molti utenti si lasciano andare a commenti razzisti e offese aperte.

Come spiega il Guardian, lo studio ha concluso che tali ambienti sono un terreno difficile per giocatori di colori, gay o di sesso femminile, perché la loro “diversità” è facilmente deducibile dal tono della loro voce o dal loro accento. Questi sarebbero quindi percepiti come una «devianza» perché il mondo del gaming tende ad autorappresentarsi come omogeneo: bianco e di sesso maschile. La causa del problema però non sono i videogiochi ma la comunità. Comunità che spesso – ironia della sorte – si ritrova a vestire i panni di personaggi afroamericani o omosessuali (succede in Mass Effect 3, Dragon Age II e Grand Theft Auto).

Col tempo un lessico pieno di offese come faggot o la N-word (nigger) è diventato una sorta di linguaggio in codice che, secondo alcuni gamer, vengono utilizzate in modo differente dall’accezione comune. Un utente si è anche giustificato sull’uso della N-word spiegando che il suo utilizzo non sarebbe razzista: «È solo una parola stupida. La uso solo per prendere in giro la gente».

Lo studio ha concluso che le piattaforme (quella XBox o la PSN della Playstation) non sono responsabili per questo comportamento e non vanno punite per questi abusi: i veri colpevoli sono, più semplicemente, i singoli giocatori che utilizzano questo vocabolario.

Immagine: una scena di Grand Theft Auto V

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