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23:14 sabato 15 novembre 2025
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

Un giornalista italiano è stato licenziato per una domanda su Israele fatta alla Commissione europea

Gabriele Nunziati ha chiesto se Israele dovesse pagare la ricostruzione di Gaza come la Russia quella dell'Ucraina. L'agenzia Nova lo ha licenziato.

05 Novembre 2025

«Ha detto più volte che la Russia dovrebbe pagare la ricostruzione dell’Ucraina. Ritiene che anche Israele dovrebbe pagare la ricostruzione di Gaza, visto che ne ha distrutto quasi completamente le infrastrutture civili?». Questa la domanda che è costata il lavoro a Gabriele Nunziati, ormai ex collaboratore dell’agenzia stampa Nova. A dare la notizia per primo è stato Fanpage, poi è arrivato anche The Intercept, che ha contattato Nunziati, il quale ha confermato di aver ricevuto l’avviso della cessazione del suo rapporto lavorativo con Nova neanche un mese dopo aver fatto questa domanda a Paula Pinho, portavoce della Commissione europea, durante una conferenza stampa. Quest’ultima ha risposto a Nunziati dicendo che la domanda era «molto interessante» ma che al momento non aveva «nessun commento» al riguardo.

Sempre a The Intercept, Nunziati ha raccontato di aver ricevuto due telefonate «tese» da parte dei suoi ex datori di lavoro nelle due settimane passate tra quella conferenza stampa e il licenziamento. Il giornalista non ha fatto altri commenti, ma un’ulteriore conferma di quanto accaduto è arrivata dall’addetto stampa di Nova, Francesco Civita, che ha detto che l’agenzia ha deciso di interrompere il suo rapporto con Nunziati perché quella domanda posta a Pinho in conferenza stampa era «completamente sbagliata». La Russia ha invaso l’Ucraina, mentre l’intervento di Israele nella Striscia di Gaza è la risposta all’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, ha spiegato Civita, secondo il quale Nunziati non riesce a capire «le differenze formali e sostanziali» tra le azioni russe e quelle israeliane, nonostante gli siano state «spiegate più volte».

Ad aggravare la situazione di Nunziati, sempre secondo Civita, c’è stato anche il fatto che il video è girato moltissimo sui social, soprattutto su Telegram, «su canali nazionalisti russi e su piattaforme con collegamenti all’Islam politicizzato, […] causando imbarazzi all’agenzia».

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