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Chi era Franco Maria Ricci, l’editore e collezionista famoso per un labirinto

«Sognai per la prima volta di costruire il labirinto trent’anni fa, quando conobbi Jorge Luis Borges», si legge sul sito del Labirinto della Masone, il più grande al mondo, ideato dal 2005 da Franco Maria Ricci, intellettuale, editore e bibliofilo scomparso il 10 settembre, a 82 anni, nella sua casa a Fontanellato, in provincia di Parma. Nato il 2 dicembre del 1937 in una famiglia dell’aristocrazia genovese, si era laureato in geologia a Parma, iniziando l’attività di editore e artista grafico nel 1963.

Anni trascorsi dedicandosi a tutta la bellezza della letteratura e dell’arte e non solo, tanto che Ephemere – La bellezza inevitabile è il titolo del documentario che il team del suo Labirinto gli aveva dedicato per gli 80 anni. “Ephémère”, parola onomatopeica che riproduce il modo francese in cui si dovrebbe pronunciare FMR, la rivista fondata nel 1982 che gli valse il successo nel campo della critica letteraria e d’arte in tutto il mondo (e che riprendeva le iniziali del suo nome). Il suo primo titolo pubblicato come editore fu il Manuale Tipografico, un’opera di Giambattista Bodoni edita quasi per gioco, per interesse personale: i novecento esemplari di quella ristampa ebbero talmente tanto successo, che decisero il futuro dell’impresa di Franco Maria Ricci, consolidandola già al primo titolo. Tra le grandi opere, anche la ristampa dell’Enciclopedia di Diderot e D’alembert.

Dal sito del Labirinto

Nel 2005 iniziò a dedicarsi al progetto che lo avrebbe reso ulteriormente famoso in tutto il mondo: la realizzazione di un labirinto nelle campagne di Fontanellato, costruito insieme all’architetto Pier Carlo Bontempi e aperto al pubblico dal 2015. Uno spazio gigantesco, composto da circa 200mila piante di bambù alte tra i 30 centimetri e i 15 metri appartenenti a 20 specie diverse. Quando nacque, il progetto aveva un carattere abbastanza personale, «perché volevo lasciare una traccia di me, di quello che mi piaceva», si legge sempre sul sito. «A differenza di quello di Minosse, che era una prigione, il mio labirinto vuole essere un giardino in cui perdersi, ma senza pericolo».