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Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

Cosa sono i profili finsta e perché piacciono ai rapper

Esattamente dodici anni dopo la morte del gangsta rap, inizia una nuova era: quella del finsta rap.

23 Maggio 2019

Gironzolando su Instagram è sempre più facile incontrare profili pieni di foto a caso. Non stiamo parlando, qui, di quei selfie e di quegli scorci urbani dallo stile ruvido e spontaneo che hanno cambiato l’estetica del social (se ne parlava qui) ma di foto casuali nel vero senso del termine, come quelle che mandiamo su Whatsapp a parenti, fidanzati e amici. Sulle pagine di Studio si era già parlato di finsta (crasi di Fake e Instagram), il profilo solitamente aperto su Instagram dall’utente di Generazione Z per postare liberamente immagini con cui non vuole inquinare il suo sul profilo principale, più sobrio e controllato (ribattezzato rinsta, real Insagram). I finsta possono essere anche più di uno e servire quindi per raccontare diverse parti della propria vita a platee differenti, sempre più ristrette.

Ad aprire i finsta, però, non sono soltanto i ragazzini e le ragazzine nati dopo gli anni 2000: perfino uno come Coez, che rientra a stento nella categoria dei Millenials, ne ha creato uno, e a quanto pare non è l’unico nel settore musicale. Insieme ai minorenni, i rapper sono la categoria più produttiva per quanto riguarda i profili finsta. Proprio in questi giorni Coez ha aperto i cancelli del suo mondo privato, rendendo pubblico il profilo @esemprebello, account Instagram in cui da ottobre a oggi, sotto lucchetto, aveva pubblicato tutto ciò che gli pareva fosse inerente alla lavorazione del disco: scatti backstage, foto brutte, copertine che in un mondo di finzione come quello dei profili Instagram ufficiali non avrebbero mai visto la luce. Se il finsta ha senso per dei ragazzini di meno di vent’anni con migliaia di follower a cui è chiesto di fare dei propri canali delle macchine da soldi, perché un artista dovrebbe creare un proprio profilo “fake”, in cui cambiare completamente estetica e – per usare un altro termine da cercare sull’urban dictionary – shitpostare? Nel caso di Undamento (l’etichetta indie-rap che ha lanciato Coez e Frah Quintale, settando un nuovo standard di indipendenza nel mondo rap) è proprio una necessità estetica, dettata dal ritorno all’analogico, che sporca molto più l’immagine di quanto non faccia una bella foto digitale post-prodotta, ma che soprattutto fa sì che si riassapori la funzione originaria di Instagram, o meglio di alcune funzioni. Se scorrete @esemprebello, potrà sembrarvi di star guardando delle storie di Instagram, con la differenza che queste non si cancelleranno dopo poche ore.

Dietro alla trovata di Coez c’è ovviamente un astuto progetto di marketing ma soprattutto il sentimento fondante di Instagram: l’ansia. Cosa diranno di me se il disco andrà male e vedranno in che mood l’ho prodotto? Questa foto è sfocata ma mi piace, non la posso usare per promuovere le date e allora la metto sul finsta. Il finsta dei personaggi famosi è il tentativo di mantenersi sopra le righe (cfr. Tyler, The Creator) ma non solo. Ce lo insegna Mac Miller, che sul suo finsta collezionava foto in cui si dedicava la sua più grande passione, lo svapo, accompagnate da hashtag così ricercati da risultare completamente inutili.

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Great day for vaping guys! Go out there and chase those clouds!

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Per un personaggio pubblico, il finsta può rappresentare un’ulteriore mossa per far chiacchierare di sé (per esempio: @duddusoffice è davvero il finsta di Drake? Perché l’artista di Toronto segue un profilo privato con 5 follower e nessuna immagine del profilo?) o un estremo atto di accettazione di sé.
Quando Frank Ocean ha postato contenuti per un cerchio ristrettissimo di persone (l’ha fatto per un anno), probabilmente nella sua testa c’era sì il progetto futuro di aprirsi al mondo, ma di farlo al momento giusto. Ocean è un artista che, per dirne una, ha promosso un disco con una live di svariate ore in una segheria, senza che nessuno ne sapesse nulla e per dirne un’altra è capace di come un parcheggiatore abusivo e presentarsi con una Contax al Met Gala, pronto a scattare Jeff Bezos. Qual è il vero senso di un profilo Instagram? Dev’essersi chiesto, Frank Ocean, prima di decidersi a postare una foto a petto nudo che ci desse il benvenuto nel suo mondo passato e futuro.

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Welcome

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Quando Kanye sfidava 50 Cent nel 2007 sulla copertina di Rolling Stone, vincendo poi al “botteghino” grazie al maggior numero di vendite del disco rispetto a quello del collega uscito nello stesso periodo, in molti urlavano alla fine del gangsta rap in favore di “altro”, qualcosa di più celebrale. Nonostante combini già abbastanza casini su Twitter, sicuro che tanto poi verrà sua moglie Kim a sistemare (a proposito, pare che lei abbia aperto un profilo finto su Snapchat con lo scopo di lurkare le rivali), Kanye potrebbe essere il prototipo perfetto dell’utente bisognoso di finsta: un luogo sicuro dove sfogare deliri e idee estemporanee, una gigantesca lavagna di sughero dove appuntare riflessioni. Quando Kanye affossò il gangsta rap, diede vita a un filone molto più sentimentale. Oggi che non è più necessario che un rapper mostri i muscoli per essere un vero rapper, magari può decidere di mostrare la pancia in una foto sfocata, brutta e storta, ma di farlo su un finsta, ergo con stile.

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