Cultura | Musica
Father John Misty è Lana Del Rey se fosse un uomo
Con il suo ultimo album Mahashmashana, al tempo stesso più luminoso e rassegnato dei precedenti, Josh Tillman racconta l'apocalisse che stiamo vivendo, confermando che nessuno scrive e suona come lui.
Prima che qualcuno lo puntualizzi, lo dico io: certo, Father John Misty e Lana Del Rey sono diversi. Lei è famosissima, lui molto meno. Lei è primaverile, da ascoltare mentre pedali per la città guardando i fiori sulle piante e indossando il primo vestitino della stagione, lui invernale, da ascoltare mentre cammini per la città e guardi le luminarie di Natale con un mix di repulsione e attrazione. Lui è sposato dal 2013 con Emma Elizabeth Tillman (che compare nel video di Lana “Norman F***ing Rockwell”), lei si è sposata quest’anno con Jeremy Dufrene. Lei non la vedo suonare pubblicamente uno strumento dai tempi della chitarra che strimpellava quando si chiamava ancora Lizzy Grant (a volte pigia un tasto di pianoforte quando durante i live si siede vicino al suo pianista Byron Thomas), lui ha iniziato come batterista ma sa suonare anche la chitarra, il basso, l’armonica e chissà cos’altro. Lei ha una voce straordinaria e divina, lui niente di che. Lei è forse la donna più bella del mondo (almeno questo pensiamo noi fan), lui non è certo un brutto uomo ma insomma se ne può benissimo fare a meno.
E ancora: lei nel corso degli anni ha avuto delle importanti fluttuazioni di peso, lui al massimo delle fluttuazioni di barba. Non mi risulta che lei abbia mai valutato una carriera da suora (anche se da piccola cantava nel coro della chiesa), invece lui a sei anni sognava di diventare un prete. Negli anni dell’adolescenza lui poteva ascoltare musica solo se era cristiana o parlava di temi spirituali perché i suoi erano dei fanatici religiosi rigidissimi, negli anni dell’adolescenza lei è stata mandata in rehab perché dipendente da alcol e droghe. Lei è più poetica e romantica, lui più sarcastico e satirico, ma su TikTok c’è chi, giustamente, ritiene abbia scritto una delle dichiarazioni d’amore più belle nella storia della musica (in I Love You, Honeybear, la canzone che dà il nome al concept album dedicato alla moglie): «My love, you’re the one I wanna watch the ship go down with / The future can’t be real, I barely know how long a moment is / Unless we’re naked, getting high on the mattress / While the global market crashes».
Lei sembra davvero una persona umile e adorabile, lui sembra odioso: non è mai riuscito a nascondere un ego spropositato col suo modo di fare da stand-up comedian, intellettuale, predicatore. Serve un esempio: nel 2016, invece di esibirsi come il pubblico si aspettava, Father John Misty si mise a blaterare per ben sei minuti (eccolo qui, invecchiato benissimo). Nel suo monologo parla del ruolo “anestetizzante” dell’intrattenimento, dicendo cose come «la stupidità governa il mondo perché l’intrattenimento è stupido» e anche «mi aspettavo che il male fosse molto più sofisticato» (come giustamente puntualizzano nei commenti, quello sfogo diventerà il suo album più rabbioso, Pure Comedy). Il pubblico di hipster è un po’ interdetto: si sentono applausi, fischi e risate.
Passiamo alle cose in cui si assomigliano: sono quasi coetanei (lei ha 39 anni, lui 43), entrambi hanno un nome d’arte (Josh Tillman, il vero nome di lui, Elizabeth Woolridge Grant quello di lei), entrambi coi loro testi hanno saputo descrivere, seppur in modo molto diverso (sognante e malinconico lei, amaro e sarcastico lui) l’atmosfera decadente di una certa America (quella bianca e privilegiata) meglio di molti poeti e scrittori americani. Di entrambi esistono delle foto in cui indossano degli occhiali a forma di cuore. Non si sono stupiti i fan di Lana Del Rey, quindi, quando l’hanno visto comparire nel video di “Freak” (l’album è Honeymoon), in cui si prendono un cartone e si fanno un bel trip, e poi di nuovo, questa volta cantando, nel magnifica “Let the light in” dell’album Did You Know That There’s a Tunnel Under Ocean Blvd. Ma la prova definitiva della mia tesi è l’incredibile bellezza di questa cover di “Ride”.
Inevitabile, ovviamente, la ship. Su Reddit si trova un’affascinante teoria che sostiene come i due si siano mandati messaggi attraverso le canzoni per anni e anni: secondo questa teoria Lana sarebbe stata “The Other Woman” e la relazione con Father John Misty avrebbe inevitabilmente rovinato la sua amicizia con la moglie di lui, Emma, con cui lui avrebbe un “open marriage”. Che sia tutto vero o soltanto un’adorabile fanfiction, ha molto senso che non abbia funzionato: i due sono troppo simili, troppo artisti. Personaggi del genere hanno bisogno di quelli che io chiamo i “partner di sostegno”, persone pazienti e comprensive, magari anche molto intelligenti, ma meno ambiziose e creative di loro, e soprattutto pronte a sacrificarsi per l’“arte” del compagno o della compagna: l’esempio perfetto è il Leonard di Virginia Woolf.
Tornando ai punti in comune: entrambi partono da una base profondamente nichilista ma negli ultimi anni si sono addolciti e sembrano aver fatto pace con la vita. Non solo: entrambi hanno sfornato quelli che secondo la critica sono stati gli album migliori della loro carriera. L’ultimo di Father John Misty, come sempre uscito nello stesso periodo di Kendrick Lamar (e per sempre si intende nel 2012, nel 2015, nel 2017, nel 2018, nel 2022 e nel 2024), si intitola Mahashmashana, che in sanscrito significa “terreno di cremazione”, cioè dove si portano i corpi a bruciare: può sembrare macabro, ma è evidente che nel ruolo del “turista spirituale” (come lo definisce Pitchfork, che lo giudica con un altissimo 8.3) Father John Misty ci sguazza. Un altro punto in comune con Lana: come tutte le anime melanconiche, più pensano e parlano e cantano di morte, meglio stanno. Flirtare con la morte attraverso le parole e la musica dà loro un grande sollievo. Il primo brano dell’album si chiama appunto “Mahashmashana”, il terzo “Josh Tilman and the Accidental Dose”. Non richiama direttamente la morte, ma anche “Mental Health” (quarto brano) è un gran titolo. Le canzoni sono lunghissime, in controtendenza, la prima dura 9 minuti, la penultima 8 e mezzo. Sono canzoni da meditazione, e infatti è un album estremamente spirituale, proprio come Did You Know di Lana che, ricordiamo, contiene letteralmente la predica di un prete (“Judah Smith Interlude”). La bellissima “Screamland” (7 minuti) è praticamente christian rock, il coro canta “Love must find a way”, il ritornello non potrebbe essere più lanoso: «Stay young / Get numb / Keep dreaming», così come il verso che dice «How long can you love someone for the weakness they conceal?». E come si fa a non associarli?Lana Del Rey e Father John Misty, figliol prodighi riuniti artisticamente in questo cristianesimo blando, contaminato e accogliente, un po’ da alcolisti anonimi, come a dire: di fronte al disincanto, alla delusione, all’apocalisse e al trionfo del male, non ci resta che pregare, meglio se con uno splendido sottofondo musicale.
Nell’immagine: Father John Misty nel 2012, Austin, Texas (foto di Cooper Neill via Getty Images)