Proteste, denunce, tentativi di boicottaggio, minacce, fischi veri e registrati: per Yuval Raphael l'Eurovision è iniziato così.
La tv di Stato spagnola ha violato il divieto dell’Eurovision di trasmettere messaggi pro Palestina
E ne è nato un caso diplomatico che potrebbe portare all'emittente una multa e altre sanzioni.

«Quando si tratta di diritti umani, il silenzio non è una possibilità. Pace e giustizia per la Palestina», questo messaggio potrebbe essere l’inizio di un grave incidente diplomatico tra la Spagna e l’Eurovision. Prima della finale di sabato 17 maggio, Rtve (la televisione di Stato spagnola, l’equivalente della nostra Rai) ha trasmesso questo messaggio, testo bianco su schermo nero, violando una regola imposta dall’Unione europea di radiodiffusione (l’organizzatore dell’Eurovision) per la quale «sono vietati i messaggi politici che potrebbero compromettere la neutralità della competizione».
In realtà, il litigio tra Uer e Rtve è andato avanti per tutta la durata dell’Eurovision. Il casus belli, secondo le ricostruzioni dei media spagnoli, sarebbe stata una lamentela inoltrata da Kan (la tv di Stato israeliana) a Uer: in questa lamentela si denunciava la condotta di Rtve, che durante l’esibizione di Yuval Raphael avrebbe permesso ai suoi presentatori di parlare delle persone uccise dall’esercito israeliano in Palestina. In seguito a questa segnalazione, Rtve avrebbe ricevuto una sorta di “ammonizione” da parte di Uer: se dovesse succedere ancora, la Spagna (uno degli Stati europei che hanno riconosciuto la Palestina, grazie a un Primo ministro che si è fortissimamente schierato a difesa di Gaza) rischia di incorrere in una multa pesante e forse pure in sanzioni più gravi, il messaggio degli organizzatori.
Visualizza questo post su Instagram
Messaggio evidentemente ignorato dalla tv spagnola, che a questo punto aspetta di scoprire l’ammontare della multa. Nella stessa situazione si trova anche la tv belga Vrt, che prima della finale ha trasmesso un messaggio molto simile a quello tramesso dalla tv spagnola: «Condanniamo le violazioni dei diritti umani commesse dallo Stato di Israele, colpevole anche di restringere la libertà d’informazione».

È una nuova "ideologia", nata negli Stati Uniti, tra i Democratici, e che si sta diffondendo adesso anche in Europa (arriverà anche in Italia?). Il messaggio è chiaro: essere buoni e bravi fin qui non ha funzionato, è il caso di iniziare a giocare sporco.