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Perché la pubblicità dell’Esselunga ha fatto arrabbiare tantissime persone

Tra i meme che ironizzano sulla scelta della pesca come simbolo di riconciliazione, creando un improbabile mix con la scena che tutti ricordiamo bene in Chiamami col tuo nome (c’è Timothée con la pesca e la scritta: ecco cosa fa il papà dello spot quando torna a casa), e i dad jokes che stanno invadendo twitter (Tesoro mi hai mandato una pesca, quindi ho speranze? No, siamo alla frutta), in un modo o nell’altro sembra che tutti stamattina stiano commentando il nuovo spot Esselunga. La trama: siamo all’Esselunga, ovviamente, e seguiamo l’angosciante ma per fortuna breve ricerca di una mamma che ha perso la sua bambina. La trova vicino alle pesche, evidentemente ne vuole una, anche se non lo dice. Comprata la pesca (come stanno giustamente facendo notare in tanti: presa senza guanti, non insacchettata, non pesata), e anche altre cose, si torna a casa in macchina, ma la bambina continua a essere taciturna. Fissa una coppia di genitori con figlio che vede fuori dal finestrino. La mamma cerca di attaccare bottone complimentandola su un disegno fatto a scuola ma lei la ignora. A casa: citofona papà, mamma lo guarda dalla finestra con lo sguardo grave e amaro della ex compagna (o moglie). La bambina prende la pesca e corre dal papà, gli consegna una pesca dicendogli una bugia: la pesca gliela manda la mamma. Lui dice una cosa come: ah, mamma si ricorda che mi piacciono le pesche. È commosso e guarda la finestra con sguardo amorevole. Anche la bambina è soddisfatta. Morale: «Non c’è una spesa che non sia importante».

Tra tutti i meme che prendono in giro uno spot imbarazzante e anche un po’ patetico, è emerso però un discorso serio. La pubblicità, infatti, mette in scena un siparietto in stile Genitori in trappola (il film del 1998 con Lindsay Lohan che interpreta due gemelle la cui missione è far rimettere insieme i genitori), in cui i figli si prendono la responsabilità di escogitare dei modi per ottenere che mamma e papà (che ovviamente, come da copione, non hanno mai davvero smesso di amarsi), tornino insieme. In neanche due minuti di spot, il divorzio, o la separazione, viene raccontato, lo scrive un avvocato su Twitter, «come un trauma che infelicita bambini responsabilizzandoli per far riunire i genitori. Il divorzio rimane un diritto e sta ai genitori non farlo apparire come mostro». Il messaggio dello spot, in pratica, sarebbe: state (o tornate) insieme per il bene dei vostri figli. Un messaggio che, come sanno tutti i figli dei genitori “rimasti insieme per loro”, è pericoloso e nocivo. Separarsi è sempre difficile, e nel 2023 le celebrity ce lo stanno ricordando con particolare veemenza (è l’anno del “divorzio tragico”: ne abbiamo scritto qui). Ma una soluzione a questo delicato problema la devono trovare i genitori, di certo non i bambini.