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L’anno del divorzio tragico

Il trend si è invertito, il conscious uncoupling dimenticato, è tornata la separazione alla vecchia maniera: piatti rotti, mani in faccia, post velenosi, figli come oggetto di ricatto.

di Laura Fontana

Invece di fare l’ennesimo podcast true crime di casi arcinoti – Alberto Stasi lo conosco meglio di mio fratello – perché nessuno pensa di fare un podcast interamente dedicato ai divorzi? Solo con quelli del 2023 ci si riempirebbe tranquillamente una prima stagione, soprattutto perché ormai il trend si è invertito e nessuno più divorzia alla maniera di Gwyneth Paltrow e Chris Martin, col conscious uncoupling; oggi è tornato il divorzio alla vecchia maniera: piatti rotti, mani in faccia, post velenosi, i figli come oggetto di ricatto. Ad esempio, imperversa online il divorzio tra Sophie Turner e Joe Jonas: sul momento non mi ricordavo per quale motivo questi due sarebbero famosi, però l’imponente massa di post sulla questione mi ha spinto ad interessarmene ed effettivamente siamo di fronte a intrattenimento di alta qualità. La logica è la stessa di quando l’amica pettegola ci avverte che una coppia di conoscenti ha cancellato tutte le loro foto in cui sono insieme su Instagram. Il punto è farsi i fatti degli altri, il punto è intrattenerci con le disgrazie altrui, che nel caso delle celebrità sono ovviamente anche le nostre. Sui social media, il ruolo dell’amica pettegola viene assunto da account tipo Pop Crave o Pop Base, l’equivalente internazionale di Trash Italiano: hanno milioni e milioni di follower, e peculiarmente comunicano la morte di una regina, lo scoppio di una guerra e il divorzio tra due celebrità di serie B con la stessa enfasi.

Il divorzio Turner & Jonas ha tutte le carte in regola per essere un grande intrigo a corte. Questi i fatti: Joe Jonas, che a questo punto mi ricordo essere uno dei Jonas Brothers nonché un sopravvissuto a Disney Channel, apre ufficialmente le danze. La sua macchina delle PR si mette in moto manifestandosi sotto forma di “fonti che dicono a TMZ” (il Dagospia americano). Sophie Turner, invece, è una che ha recitato nel Trono di Spade, lo dico per chi non ha visto la serie (io non l’ho vista, però ho seguito le varie e molteplici disgrazie capitate agli attori anche nella vita reale; certo non ai livelli di Glee). I film e le serie TV ormai sono solo il pretesto per l’intrattenimento vero, mi chiedo, cioè questa specie di reality show crossmediali? Forse è solo la società dello spettacolo che è come il maiale, non si butta via niente. Joe Jonas dice di voler divorziare per differenze genitoriali: a lui piace stare a casa con le figlie, a lei piace di più andare alle feste. Tradotto: lui al momento è in fase di stallo lavorativo, lei è perlopiù in Inghilterra a girare un qualche show, lontana dalle figlie lasciate a Miami col padre e la tata. Lei dirà: lo avevamo concordato insieme. Però, quello che fa andare Jonas dall’avvocato è un misterioso evento riportato sempre da “fonti” a TMZ: “mentre lui stava riguardando i video delle telecamere a circuito chiuso di casa loro”, cosa che viene fatta passare come assolutamente normale, “ha visto o sentito dire da Turner qualcosa che gli ha fatto capire che il loro matrimonio era finito”. Cosa ha visto il nostro Joe? Mentre mi pongo la domanda all’improvviso spunta l’inatteso terzo incomodo: Taylor Swift. Sempre più spesso leggendo il gossip ormai non si capisce più veramente bene a cosa si sta assistendo: a relazioni amorose finite male? A uffici marketing che finalmente lavorano a pieno ritmo? A scontri tra gruppi di potere che vogliono conquistare il mondo occidentale? Ma quindi che c’entra adesso Taylor Swift?

L’attuale super-regina del pop, non mi è chiaro se a parimerito con Beyoncé, con la tendenza a sputtanare le sue ex relazioni nei suoi dischi e una fanbase costituita da ferventi adepti, è stata fidanzata con Joe Jonas più di dieci anni fa. I paparazzi la fotografano mentre per ben due volte esce a cena con Sophie Turner, dopo le news sul divorzio. Le foto, che raggiungono ogni sperduto angolo dell’Occidente civilizzato, sono della tipologia staged, cioè quando i paparazzi vengono chiamati apposta per far sembrare che sia tutto “contenuto spontaneo”. Le foto staged si riconoscono perché a differenza di quelle veramente scattate di nascosto, non sono sgranate perché fatte da lontanissimo coi teleobiettivi, non immortalano scene tipo duchesse che succhiano pollici: le celeb sono vestite di tutto punto e coi capelli fatti, e si atteggiano a main character, le foto sono in alta definizione. Infatti, la foto di Turner che esce dal ristorante con Swift potrebbe tranquillamente essere una foto pubblicitaria; Turner tra l’altro tiene in mano a mo’ di scudo una Louis Vuitton (forse sponsor ufficiale del divorzio?). A questo punto giù di interpretazioni: Swift si fa vedere con Turner per far capire che l’industria dello spettacolo è con lei e contro Jonas (che deve stare zitto e non rivelare cos’ha visto?); Swift è lì per la solita causa pseudo-femminista (dove sta scritto che una brava mamma non debba andare ai party? E altre domande stupide ne abbiamo?). Il divorzio di questi due in effetti è più avvincente delle loro intere carriere.

Altre puntate per il podcast sui divorzi che non avremo mai perché siamo in Italia: la saga Totti-Blasi, ancora in essere, che risponde anche alla domanda «e come se la passano i figli dei divorziandi?». A vedere Chanel Totti tra TikTok e stories, sembrerebbe molto bene: lei semplicemente scorrazza tra Ponte Milvio e il Torrino, con la sua macchinetta elettrica tipica dei sedicenni ricchi, fascia in leggings animalier e accessori Chanel di vario genere. E poi Ariana Grande e Dalton Gomez, Belen e Stefano De Martino, Paolo Bonolis e Sonia Bruganelli, Britney Spears e Sam Asghari (sempre che si siano mai sposati), Tiziano Ferro e Victor Allen (mentre le vecchie di paese si interrogavano ancora sulle modalità di procreazione dei loro figli, questi già avevano avviato le carte): tutti i matrimoni si somigliano, ogni divorzio è infelice a modo suo. Certo, se il divorzio è tra famosi, non mancheranno ulteriori opportunità per fatturare, come insegna Shakira.

Purtroppo, noi normali continuiamo ad avere questa tendenza a considerare le celebrità gente in cui riconoscersi, ricamando intorno a queste storie di divorzi considerazioni di tipo morale, che perdono qualsiasi coerenza nel momento in cui si vede la realtà così com’è. Vi ricordate del processo Heard & Depp? Lì ognuno ha potuto vedere i retroscena intimi di una bellissima coppia hollywoodiana. Tanto più erano belli sul red carpet (più lei di lui, c’è da dire), più abbiamo impietosamente assistito a una relazione orribile fatta di urla e bugie, dipendenze da alcol e droga, cani che cagano sul letto. Tanto più lo spettacolo è stato umiliante, quanto più ha avuto uno straordinario successo d’ascolti multicanale. Si è smontato di botto anche il racconto donna-sempre-vittima, uomo-sempre-colpevole: la realtà è più complessa, soprattutto a Hollywood dove per la fama una finge anche di farsi piacere gli uomini.

Tornando in Italia, precisamente a CityLife, da mesi l’aria è elettrica, le vibrazioni emanano imprecisate frequenze, l’utenza freme e legge i segni: il cane di Chiara Ferragni è morto e così anche il suo matrimonio? Il cane nuovo è propedeutico al divorzio? È l’arma distrattiva mentre anche loro preparano le sudate carte? Nel frattempo, fanno video a quella che dovrebbe essere la nuova casa e invece è più la loro nuova content house, con i bagni dei figli che più che bagni sono set, dove la Vitto tra qualche anno farà vedere la sua skin care per pelli giovani. Io non ce la faccio più a vederli insieme, lui con gli occhi spenti e in stato catatonico anche a XFactor, lei col sorriso tirato, che si accosta solo per le foto mentre gli stringe l’incavo del gomito alla Milano Fashion Week. Esistono servizi d’eutanasia per matrimoni agonizzanti? Magari faranno come i Kardashian, che sul concetto di famiglia allargata hanno tenuto in vita il loro show per venti stagioni. Un amico scuote la testa: impossibile, siamo in Italia.