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In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

L’anonimo accusatore di Trump è un patriota o un traditore?

Di per sé un evento straordinario nella storia del New York Times, l'editoriale conferma l’esistenza di un fronte di resistenza interno all’Amministrazione.

07 Settembre 2018

È un patriota o un traditore, l’autore dell’ultima denuncia anti Trump? L’editoriale anonimo scritto sul New York Times da un senior official, un alto dirigente, della Casa Bianca intanto ha confermato quello che decine di articoli e qualche libro, da ultimo Fear dell’eroe del Watergate Bob Woodward, raccontano dal momento esatto dell’elezione presidenziale di quasi due anni fa e cioè che l’Amministrazione Trump è un’organizzazione disfunzionale e caotica, guidata con stile paranoico dall’immobiliarista di New York. L’editoriale anonimo, di per sé un evento straordinario nella storia del Nyt, conferma soprattuto l’esistenza di un fronte di resistenza interno all’Amministrazione, volto a mitigare le mattane del presidente e ad evitare guai peggiori al sistema di alleanze degli Stati Uniti.

Della presenza silenziosa, quasi carbonara, di un fronte di anti trumpisti nel cuore del potere trumpiano si era già parlato, quando i giornali hanno cominciato a definire i vertici dell’Amministrazione provenienti dal mondo imprenditoriale come «gli adulti nella stanza» e quelli con le stellette come «la giunta militare», perché sia gli uni sia gli altri sembravano fin dai primi giorni costantemente impegnati a mantenere la politica di Washington su un solco tutto sommato tradizionale. Woodward, col suo libro, ha aggiunto l’aneddoto velenoso di alcuni uomini dello staff che sottraggono documenti importanti dalla scrivania di Trump, confidando che poi il presidente si dimentichi di firmare decreti, a giudizio dei suoi stessi uomini, potenzialmente pericolosi per il paese.

Ma la novità dell’editoriale anonimo pubblicato dal Nyt, e scritto da uno degli uomini di Trump, è quella di ver messo al centro del dibattito l’inadeguatezza di Trump e il ruolo dei funzionari dell’Amministrazione.  Al di là di chi sia l’autore dell’articolo (i sospetti ricadono principalmente sui due top consiglieri economici, Larry Kudlow e Kevin Hassett), il punto centrale è se l’anonimo della Casa Bianca sia un patriota che difende la Repubblica da possibili devianze presidenziali o un traditore che viola il giuramento di servire il paese «at the pleasure of the president».

Non è facile stabilirlo, probabilmente è entrambe le cose. Chi è stato chiamato, su nomina presidenziale, a un importante ruolo pubblico presta giuramento con la nota formula, prevista dalla legge americana e ascoltata più volte al cinema e nelle serie tv, che dice «I do solemnly swear that I will support and defend the Constitution of the United States against all enemies, foreign and domestic». L’obbligo fondamentale, dunque, è di sostenere e difendere la Costituzione dai nemici esterni e interni degli Stati Uniti. Se leggendo il testo del giuramento pensate alle ingerenze della Russia e allo smantellamento delle alleanze internazionali indicato come priorità da Trump, state pensando esattamente come l’autore dell’editoriale anonimo. Ma se all’interno della Casa Bianca c’è qualcuno, come l’autore anonimo dell’editoriale, che considera il presidente un pericolo per la democrazia e per la sicurezza degli Stati Uniti non sembra adeguato né sufficiente scrivere un articolo anonimo sul Nyt e poi continuare serenamente a sabotare nell’ombra.

Nell’articolo, l’anonimo ha citato il senatore John McCain, simbolo dell’eroismo americano, ma uno come John McCain non si sarebbe mai nascosto dietro l’anonimato: semmai avrebbe denunciato le malefatte presidenziali e si sarebbe dimesso in segno di protesta o, piuttosto, avrebbe tramato per invocare il XXV emendamento, sezione 4, della Costituzione americana che prevede la rimozione del presidente nel caso sia giudicato inabile ad esercitare le sue funzioni e i suoi doveri dalla maggioranza dei ministri. Se si pensa che Trump sia inadatto a guidare il paese, e addirittura pericoloso, limitarsi a scrivere un articolo non è resistenza, semmai è resilienza.

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