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Avere animali domestici è immorale?

Normalmente tendiamo a pensare al tenere degli animali domestici come a un atto d’amore. In Gran Bretagna, infatti, circa il 10 per cento dei proprietari di cani, gatti e affini confessa di amare il proprio animale da compagnia più di quanto non ami il proprio partner, o addirittura più di quanto non ami i propri figli, perlomeno stando a un sondaggio della scorsa primavera. Ma se invece possedere un animale fosse immorale? Insomma, potrebbe violare i diritti degli animali? Se l’è domandato il Guardian, che riporta, tra le altre cose, le opinioni di una bioeticista, di uno psicologo e di un avvocato, tutti contrari a questa pratica, per ragioni diverse.

La bioeticista Jessica Pierce ci ha scritto un libro: in Run, Spot, Run: The Ethics of Keeping Pets, pubblicato dalla University of Chicago Press lo scorso anno, parla degli animali che vengono uccisi per diventare cibo per cani e gatti, di allevamenti dove, per ottenere razze pure, si finisce per fare nascere cuccioli sempre più deboli, e di pesci rossi venduti in sacchetti di plastica. Inoltre, sostiene la studiosa, l’idea stessa di possedere animali rappresenta una limitazione alla loro auto-determinazione.

Animali domestici

La cosa diventa tanto più moralmente problematica ora che le persone tendono a vedere i cani e i gatti più come persone che come animali, aggiunge Hal Herzog, psicologo della università della Western Carolina. «Considerano gli animali parte della famiglia, non li venderebbero neppure per un milione di dollari», dice lo studioso, specializzato in antrozoologia, ovvero nello studio della relazione uomo-animale. «La conseguenza logica è che più attribuiamo queste caratteristiche agli animali, meno abbiamo il diritto di controllare ogni aspetto della loro vita».

Il paradosso, infatti, sta nel fatto che da un lato tendiamo a pensare agli animali domestici come a persone a noi care, però siamo nella condizione di trattarli come proprietà. «Posso mettere il mio cane in macchina, portarlo dal veterinario e dire “sopprimilo”», dice Gary Francione, docente di legge all’università Rutgers, nel New Jersey. «Se puoi fare una cosa del genere, o anche se solo hai il diritto di farlo, allora vuol dire che gli animali sono ancora una proprietà»