Hype ↓
05:11 lunedì 1 dicembre 2025
I dazi turistici sono l’ultimo fronte nella guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa Mentre Trump impone agli stranieri una maxi tassa per l'ingresso ai parchi nazionali, il Louvre alza il prezzo del biglietto per gli "extracomunitari".
Papa Leone XIV ha benedetto un rave party in Slovacchia in cui a fare da dj c’era un prete portoghese Il tutto per festeggiare il 75esimo compleanno dell'Arcivescovo Bernard Bober di Kosice.
I distributori indipendenti americani riporteranno al cinema i film che non ha visto nessuno a causa del Covid Titoli molto amati da critici e cinefili – tra cui uno di Sean Baker e uno di Kelly Reichardt – torneranno in sala per riprendersi quello che il Covid ha tolto.
La presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan ha nominato il nuovo governo e ha fatto ministri tutti i membri della sua famiglia In un colpo solo ha sistemato due figlie, un nipote, un genero, un cognato e pure un carissimo amico di famiglia.
Sally Rooney ha detto che i suoi libri potrebbero essere vietati in tutto il Regno Unito a causa del suo sostegno a Palestine Action E potrebbe addirittura essere costretta a ritirare dal commercio i suoi libri attualmente in vendita.
In Francia è scoppiato un nuovo, inquietante caso di “sottomissione chimica” simile a quello di Gisèle Pelicot Un funzionario del ministero della Cultura ha drogato centinaia di donne durante colloqui di lavoro per poi costringerle a urinare in pubblico.
Dopo quasi 10 anni di attesa finalmente possiamo vedere le prime immagini di Dead Man’s Wire, il nuovo film di Gus Van Sant Presentato all'ultima Mostra del cinema di Venezia, è il film che segna il ritorno alla regia di Van Sant dopo una pausa lunga 7 anni.
Un esperimento sulla metro di Milano ha dimostrato che le persone sono più disponibili a cedere il posto agli anziani se nel vagone è presente un uomo vestito da Batman Non è uno scherzo ma una vera ricerca dell'Università Cattolica, le cui conclusioni sono già state ribattezzate "effetto Batman".

Dockers® e il futuro dell’abbigliamento casual

01 Luglio 2020

Qual è il futuro del casualwear? Se l’è chiesto il marchio californiano Dockers®, che ha commissionato “The work dress code study”, una ricerca sull’abbigliamento degli uomini europei sul lavoro nel periodo precedente alla pandemia da Coronavirus, e ha annunciato una partnership con Domus Academy proprio per identificare il futuro degli abiti da giorno. Con questa collaborazione Dockers® ha sostenuto il percorso di formazione degli studenti del Master in Fashion Design della Domus Academy, scuola post graduate negli ambiti del design della moda, del business e dell’experience design, che hanno curato l’intero processo di progettazione.

«L’analisi del contesto sociale globale e l’attenzione ai temi della sostenibilità sono fra i gli elementi fondanti di un processo di design contemporaneo e prendere parte a questo progetto è stata una scelta naturale per Domus Academy. Affrontiamo, in collaborazione con aziende e professionisti del settore, temi che hanno l’ambizione di produrre ricerca, la stessa ricerca che in maniera interdisciplinare deve nutrire la progettazione di chi opererà nelle industrie creative (e non solo) nel prossimo futuro», ha spiegato Mark Anderson, Director of Education di Domus Academy.

Il brand, d’altra parte, è stato tra i primi a pensare come introdurre lo stile casual all’interno dell’ambiente di lavoro: negli anni Novanta lanciò infatti il “Casual Friday”, inviando una richiesta ufficiale a ben 25 mila responsabili delle risorse umane in tutti gli Stati Uniti che suggeriva alle aziende di sostituire il completo formale dei dipendenti con un paio di pantaloni chino, inizialmente soltanto il venerdì. Quest’anno, inoltre, per celebrare il decimo anniversario delle tecniche Water<Less® di Levi Strauss & Co., che riducono significativamente l’utilizzo di acqua nella produzione dei pantaloni Dockers®, il marchio ha anche lanciato la capsule collection “Dockers® 10 Year Water<Less®” che rivisita in chiave moderna pezzi iconici come gli Alpha Chinos e un assortimento di t-shirt, button-up e felpe.

Nello studio commissionato dal brand, che è stato sviluppato dalla società spagnola “We are testers”, si trova un’analisi esauriente dell’abbigliamento dagli uomini europei sul lavoro, concentrandosi in particolare sulle differenze per Paese di origine (Spagna, Francia Gran Bretagna e Turchia) e sull’età (Generazione Z, Millennial, Generazione X e Baby Boomer). La ricerca fornisce infatti una disamina su una serie di argomenti: usi e i valori associati all’abito formale; i capi che gli uomini preferiscono indossare al lavoro e quello che idealmente vorrebbero indossare; la cultura aziendale sulla policy e i codici di abbigliamento; compatibilità del lavoro e dell’abbigliamento sociale; le abitudini e le modalità di comprensione e relazione con la moda, tutte incentrate sulle abitudini e le preferenze dei Millennial.

Interessanti i dati raccolti: in Europa, per il 75 per cento dei lavoratori le aziende che seguono un dress-code casual sono più attraenti e riescono ad attrarre talenti più facilmente; l’80 per cento dei lavoratori non sa cosa indossare al lavoro; il 75 per cento dei lavoratori in Europa riconosce di aver bisogno di consigli e suggerimenti su come vestirsi in modo informale. Per quanto riguarda l’Italia, il Future Concept Lab (Istituto di ricerca fondato dai sociologi Francesco Morace e Linda Gobbi) ha approfondito per Dockers® i risultati emersi dalla ricerca internazionale, mettendoli in relazione con le attitudini e i comportamenti dei Millennial italiani. In Italia il confine tra formale e informale è sempre segnato dal buon gusto, dal fare bella figura all’insegna dello stile personale. Questa regola vale in ogni occasione: lavoro, tempo libero, sport, cerimonia. Per questo motivo l’accettazione dell’abito formale sul posto di lavoro si allinea con i dati della Francia e della Turchia, che hanno un 60 per cento di Millennial che non considerano superato il completo formale, a differenza degli inglesi e degli spagnoli che hanno invece adottato con più decisione lo stile casual e informale anche sul luogo di lavoro.

Articoli Suggeriti
Simone Bellotti è il nuovo direttore creativo di Jil Sander

Nei giorni del Salone del Mobile tornerà il Miu Miu Literary Club

Leggi anche ↓
Simone Bellotti è il nuovo direttore creativo di Jil Sander

Nei giorni del Salone del Mobile tornerà il Miu Miu Literary Club

Louis Vuitton lancia la linea La Beauté

Valentino e Dream Baby Press regalano poesie e lettere d’amore per San Valentino

Gucci conclude la collaborazione con il Direttore creativo Sabato De Sarno

Kim Jones lascia Dior Men