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I dazi turistici sono l’ultimo fronte nella guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa Mentre Trump impone agli stranieri una maxi tassa per l'ingresso ai parchi nazionali, il Louvre alza il prezzo del biglietto per gli "extracomunitari".
Papa Leone XIV ha benedetto un rave party in Slovacchia in cui a fare da dj c’era un prete portoghese Il tutto per festeggiare il 75esimo compleanno dell'Arcivescovo Bernard Bober di Kosice.
I distributori indipendenti americani riporteranno al cinema i film che non ha visto nessuno a causa del Covid Titoli molto amati da critici e cinefili – tra cui uno di Sean Baker e uno di Kelly Reichardt – torneranno in sala per riprendersi quello che il Covid ha tolto.
La presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan ha nominato il nuovo governo e ha fatto ministri tutti i membri della sua famiglia In un colpo solo ha sistemato due figlie, un nipote, un genero, un cognato e pure un carissimo amico di famiglia.
Sally Rooney ha detto che i suoi libri potrebbero essere vietati in tutto il Regno Unito a causa del suo sostegno a Palestine Action E potrebbe addirittura essere costretta a ritirare dal commercio i suoi libri attualmente in vendita.
In Francia è scoppiato un nuovo, inquietante caso di “sottomissione chimica” simile a quello di Gisèle Pelicot Un funzionario del ministero della Cultura ha drogato centinaia di donne durante colloqui di lavoro per poi costringerle a urinare in pubblico.
Dopo quasi 10 anni di attesa finalmente possiamo vedere le prime immagini di Dead Man’s Wire, il nuovo film di Gus Van Sant Presentato all'ultima Mostra del cinema di Venezia, è il film che segna il ritorno alla regia di Van Sant dopo una pausa lunga 7 anni.
Un esperimento sulla metro di Milano ha dimostrato che le persone sono più disponibili a cedere il posto agli anziani se nel vagone è presente un uomo vestito da Batman Non è uno scherzo ma una vera ricerca dell'Università Cattolica, le cui conclusioni sono già state ribattezzate "effetto Batman".

“Inviato da iPhone”: da modo per tirarsela a forma di cortesia

29 Agosto 2016

Quando ha iniziato a diffondersi, l’iPhone era un dispositivo quasi elitario, un mix di raffinatezza e avanguardia tecnologica di cui vantarsi, e l’appartenenza al “club” di quelli che lo possedevano veniva dimostrata dal messaggio in calce con cui si chiudevano le email: “Inviato da iPhone”. 

Man mano che l’iPhone è diventato sempre più popolare e alla portata di tutti, questo messaggio automatico da pseudo-cool che era si è trasformato in un qualcosa di vagamente grossolano e un po’ imbarazzante, tanto che l’Atlantic lo ha definito «una mancanza di immaginazione». A oggi coloro che ancora utilizzano “Inviato da iPhone”, sostiene il Guardian, non possono più giustificarsi dicendo che non sanno come modificarlo, perché è molto facile trovare tutorial che spiegano nel dettaglio come fare.

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La frase è però diventata un perno del galateo online, oltre che un significante che, implicitamente, chiede scusa per un messaggio inviato frettolosamente (da iPhone, per l’appunto) e che quindi potrebbe contenere errori. Inoltre, la dicitura, cosa più importante, veicola una certa attenzione nei confronti del destinatario, come a voler dire “ti rispondo dallo smartphone, nell’immediato, perché ci tengo”. Si tratterebbe ormai di una forma di cortesia dell’era degli smartphone, dunque.

I ricercatori Caleb Carr e Chad Stefaniak, nel paper “Sent From My iPhone: The Medium and Message as Cues of Sender Professionalism in Mobile Telephony“, hanno analizzato a fondo la questione e sono arrivati alla conclusione che, se l’ortografia di un’email è corretta, la dicitura “Inviato da iPhone” aumenta la stima nei confronti del mittente. Se, invece, il messaggio contiene errori, la frase in calce funge da vero e proprio salvagente: la credibilità di chi ha inviato l’email, per quanto risulti sbagliata, ne esce indenne, diversamente da quanto sarebbe successo se avesse usato la tastiera di un computer.

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Questo fatto dimostra che la messaggistica instantanea e soprattutto gli smartphone stanno cambiando nel profondo e a livello implicito il nostro modo di comunicare e le aspettative connesse alla comunicazione. Se si pensa che il primo iPhone è stato lanciato intorno alla fine del 2007, sorprende quanto le nostre convenzioni linguistiche siano cambiate sotto l’influenza di un singolo device.

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