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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Di Maio vuole essere Robin

Il viceministro grillino corre in soccorso di Salvini sulla questione razzismo. L'ennesima conferma della natura di destra dei Cinquestelle.

31 Luglio 2018

In attesa di capire meglio le conseguenze che derivano dalla scoperta di acqua su Marte, le notizie di questi giorni consentono di dire una parola definitiva su un’altra controversa teoria scientifica di cui si è molto discusso negli ultimi anni, relativa alla presenza di un’anima di sinistra nel Movimento 5 Stelle. Questione teorica che ha evidentemente un non secondario corollario pratico, in base al quale l’opposizione oggi dovrebbe puntare non già a contrastare la politica del governo nel suo insieme, ma a dividere il Movimento 5 Stelle dalla Lega, confidando nell’impeto di collera e indignazione che le mosse del ministro degli Interni in tema di immigrazione non possono non suscitare in qualunque persona di sinistra.

A chiudere il dibattito dovrebbero dunque bastare le parole pronunciate ieri da Luigi Di Maio. Di fronte alla successione di aggressioni, violenze e omicidi a sfondo razziale registrati negli ultimi mesi nel nostro Paese, Di Maio ha tenuto a precisare che in Italia non c’è «un allarme razzismo» e che questo argomento è utilizzato per «attaccare Matteo Salvini». Dimostrando così, con una sola affermazione, l’inconsistenza di entrambe le premesse su cui poggiava la tesi di una possibile spaccatura nella maggioranza: la presenza di un’anima di sinistra nei Cinquestelle e il maturare di una rivalità sempre più accesa tra Di Maio e Salvini per il predominio sulla coalizione. Niente di tutto questo. Da Di Maio, a fronte delle quotidiane dichiarazioni di guerra agli ultimi del mondo pronunciate a reti unificate dal suo alleato di governo, è venuto al massimo qualche innocuo tentativo di contendergli la luce dei riflettori attraverso trovate situazioniste, fra ridenti photo opportunity con Toninelli a Fiumicino e strazianti flash mob anti-vitalizi con Casalino (indimenticabile, a questo proposito, l’immagine del portavoce del capo del governo che ingiunge a parlamentari della Repubblica di sollevare in alto lo spumante e sorridere a favore di telecamera, in un tetro miscuglio di adunata nordcoreana e scampagnata fantozziana).

La dichiarazione di ieri dimostra dunque al di là di ogni ragionevole dubbio che Di Maio non ha nessuna intenzione di contestare a Salvini il ruolo di capitano, regista e centravanti di sfondamento del governo. Perché la verità è che in questo mondo di eroi a rovescio, in cui il giustiziere mascherato è quello che se la prende con i più deboli e chi li difende è uno snob, il ruolo di Batman non può che essere di Salvini, e nessuno glielo tocca. Di Maio vuole essere Robin.

Quanto all’idea che la situazione possa essere rovesciata da una rivolta capeggiata da Roberto Fico, come ancora si favoleggia dalle parti del Pd, è bene ricordare che ieri anche il presidente della Camera ha sentito l’esigenza di intervenire, per dichiarare che ogni atto di razzismo va sempre condannato, ma in Italia non c’è nessun problema di xenofobia. Alla successiva domanda del giornalista su Salvini, Fico ha preferito allontanarsi senza rispondere. Insomma, va tutto bene così.

Se proprio bisogna dare una parte anche a lui, al massimo può essere Alfred.

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