Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

La settimana in cui scoprimmo che nemmeno dei cadaveri di alieni esposti in un Parlamento ci impressionano più così tanto.

di Studio

Politica – L’isola che non c’è
Il governo che doveva imporre il blocco navale assiste oggi, con studiato disinteresse, alla crisi in corso a Lampedusa, dove nell’ultima settimana gli sbarchi si sono intensificati a tal punto che l’isola, pur abituata a vivere in emergenza perenne, accoglie il maggior numero di migranti degli ultimi anni. Mentre polizia e operatori di soccorso tentano di gestire come possono la situazione, non si ha conto, nel momento in cui scriviamo, di dichiarazioni ufficiali del premier Giorgia Meloni o del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, di solito molto loquaci sul tema. Sui social, intanto, si rincorrono le immagini e i video dei lampedusani che ballano – e sì, festeggiano – in piazza con un gruppo di persone appena arrivate in Italia, unico barlume in questa vicenda che è tragedia.

Esteri – Desert Storm
Dovrebbero arrivare a 20 mila i morti causati dalla tempesta che si è abbattuta sulla costa settentrionale della Libia. La rottura di due dighe sopra Derna ha rilasciato 30 milioni di metri cubi d’acqua, che hanno raso al suolo i quartieri del centro, affacciati sul Wadi Derna, il canale che attraversa la città. A fronte delle 10 mila vittime dichiarate dalle agenzie umanitarie ufficiali come la Mezzaluna Rossa libica, la nuova drammatica stima di 20 mila morti è del direttore del Centro medico Al-Bayda, Abdul Rahim Mazi. I morti accertati finora a causa delle inondazioni a Derna sono 3800. Secondo l’organizzazione internazionale per le migrazioni gli sfollati sono almeno 30mila, mentre l’Unicef segnala che i bambini colpiti dalle inondazioni sono 300mila. Più che un disastro, una catena di disastri: secondo l’ultimo aggiornamento, il sistema dei pozzi d’acqua è stato contaminato e così anche bere è diventato molto pericoloso.

Cronaca – Messico e bufale
Domanda: siamo ormai definitivamente privi di senso di meraviglia? Risposta: sì. Prova: le reazioni seguite a quanto successo negli scorsi giorni in Messico. Un ufologo, Jaime Maussan Flota, si presenta al Parlamento del suo Paese portandosi appresso due piccole teche. Le dispone dove tutti i deputati e senatori possono vederle. Le apre. Spiega che i due corpicini all’intero delle teche appartengono a due alieni, che li ha scoperti lui, che lui ha le prove, che i governi del mondo sanno e tacciono e nascondono. E noi, ormai definitivamente desensibilizzati, cosa facciamo davanti a questo surreale, grottesco, incredibile spettacolo? Quello che facciamo sempre, davanti a qualsiasi cosa, in ogni situazione: meme.

Società – L’impero del social
Come tutto in questa epoca, è cominciato come un innocuo trend social per trasformarsi presto nel disvelamento di un’inquietante segreto. “Quanto spesso pensi all’antica Roma” è la domanda, la procedura vuole che sia lei a farla a lui, una ragazza al suo ragazzo, una moglie al marito. Le risposte che si sono accumulate in questi giorni hanno un che di sconvolgente: c’è chi ci pensa almeno una volta alla settimana, chi anche tre al giorno, alcuni non riescono a non pensare agli acquedotti o al fatto che i romani si fossero inventati un loro cemento millenni prima del cemento, c’è chi si fa chiamare Gaius Flaius online per non lasciare dubbi sulle sue priorità. E come in tutte le grandi scoperte della storia dell’umanità, ora sappiamo che succede. Ma nessuno, forse mai, riuscirà a capire perché succede.

Personaggi – Larger than life
Nato a Medellin nel 1932, Fernando Botero è morto il 15 settembre all’età di 91 anni, nella sua casa di Montecarlo. Il più riconoscibile (e ricco) tra i pittori, coi suoi quadri pieni di uomini e donne dai lineamenti rotondi e i corpi cicciottelli come quelli dei neonati, con gli sguardi persi nel vuoto. Interrogato sulla sua scelta di rappresentare questi corpi, aveva detto: «Un artista è attratto da certi tipi di forme senza saperne il motivo. Prima adotto una posizione per istinto, e solo in un secondo tempo cerco di razionalizzarla o anche di giustificarla». L’arte contemporanea “seria” l’ha sempre snobbato. Lui ha sempre ricambiato: «Credo che l’arte debba dare all’uomo momenti di felicità, un rifugio di esistenza straordinaria, parallela a quella quotidiana. Invece gli artisti oggi preferiscono lo shock e credono che basti provocare scandalo. La povertà dell’arte contemporanea è terribile, ma nessuno ha il coraggio di dire che il re è nudo».