Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

Musk ama i sondaggi, Orsini scopre Google traduttore, il governo odia lo Spid e le altre notizie degli ultimi giorni.

Social – Lascia o raddoppia
«Mi si nota di più se mi dimetto da Ceo di Twitter o se non mi dimetto da Ceo di Twitter», questa la domanda che nell’ultima settimana ha occupato i pensieri di Elon Musk. Come con ogni altra questione di politica aziendale, Musk ha deciso di trovare una risposta attraverso l’efficientissimo e affidabilissimo strumento del sondaggio su Twitter. Dimettiti, gli hanno detto i partecipanti. No, siete dei bot, falsi e odiatori, dovrebbero votare solo le spunte blu, l’iniziale risposta del tycoon. Anzi, ci ho ripensato, mi dimetto per davvero, ha deciso in un secondo momento. «Non appena avrò trovato qualcuno incosciente abbastanza da prendere il mio posto», ha precisato alla fine. Viste le prodezze delle ultime settimane, per trovare il candidato all’altezza potrebbe volerci parecchio tempo. O forse basterà un altro sondaggio.

Esteri – La lettera scarlatta
Con una lettera a tutte le università governative e private, il ministro dell’Istruzione superiore Neda Mohammad Nadim ha imposto l’ordine di «sospensione dell’istruzione delle donne» in Afghanistan, l’ultima stretta del regime dei Talebani che arriva dopo il divieto di lavorare e la chiusura delle scuole femminili «in attesa di nuove direttive in accordo con la legge islamica», come riporta l’Ansa. Intanto, però, gli afghani non sono rimasti a guardare: in molti, uomini e donne, stanno protestando in tutto il Paese, mentre i video di studenti e professori che abbandonano le università in solidarietà con le colleghe espulse stanno circolando molto sui social in questi giorni.

Polemiche – Confessioni di una mente pericolosa
Il premio video della settimana vinto a mani basse da Alessandro Orsini, che per rispondere alla figura di merda di William J. Ampio si autoriprende con lo sguardo spiritato mentre dice: «Aldo Grasso, io ti faccio dire quello che io voglio dire». Si ride della grossa, ma fa anche un po’ paura l’idea che questa persona evidentemente instabile non solo sia ospite fisso dei talk show, ma insegni pure all’università, alla prestigiosa Luiss.

Covid – L’urlo di Chen terrorizza l’Occidente
Dopo l’abbandono repentino della politica Zero Covid, in Cina si assiste in questi giorni alla drammatica – e ampiamente prevista – impennata dei casi di contagio. Pechino, anche qui senza sorprese, sembra essere fra le città più colpite: gli ospedali sono pieni e il personale medico, com’è successo anche nei Paesi occidentali, inizia a scarseggiare. Mentre la comunità internazionale esprime preoccupazione per possibili varianti (considerando l’elevato numero di infezioni registrate) e per la situazione vaccinale, il governo di Xi Jinping rassicura i cittadini: solo sette decessi, tutti nella capitale.

Altre polemiche – Need for Spid
In Italia c’è qualcosa di surreale nel modo in cui strumenti neutri che dovrebbero soltanto migliorarci la vita come il Pos o lo Spid si trasformino in battaglie identitarie e persino ideologiche. Questa settimana lo Spid, il sistema di identità digitale, su cui pure tanto si era ironizzato in epoca pandemica, è diventato una specie di vessillo del cittadino di sinistra che si oppone all’idea della destra che vorrebbe, non si è capito bene perché, abolirlo. Siamo ormai ben oltre le già ridicole categorie gaberiane della nota canzone che divideva destra e sinistra tra culatello e mortadella.