Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

I giorni dell'addio: ai rave party in Italia, a Bolsonaro in Brasile e al posto di lavoro per i dipendenti di Twitter.

Polemiche – Rave against the machine
Nemmeno una settimana di governo e l’esecutivo Meloni ha già eliminato la piaga dei rave illegali e clandestini. Quanto successo a Modena servirà da esempio a tutti quelli che vogliono occupare edifici abbandonati e dismessi, usarli per un paio di giorni a fini di festa e andarsene dopo aver ripulito tutto e portato via la spazzatura. Simili minacce all’ordine pubblico e alla sicurezza nazionale non saranno più tollerate, grazie al provvidenziale decreto che stabilisce multe fino a 10 mila euro e reclusione fino a 6 anni per chiunque osi cedere a quello che Vanni Santoni ci ha descritto come «il desiderio connaturato all’essere umano di ascoltare musica e ballare».

Esteri – Incubo ad Halloween
Sabato 29 ottobre 154 persone hanno perso la vita a causa della pressione della folla confluita nei vicoli stretti del quartiere di Itaewon, a Seul, per i festeggiamenti di Halloween. Itaewon è conosciuto per la sua vivace vita notturna e negli ultimi anni era diventato un luogo di ritrovo, soprattutto in questo periodo dell’anno, grazie alle sfilate spontanee tra locali e pub. Mentre il governo del presidente conservatore Yoon Suk-yeol e la città di Seul sembrano restii ad assumersi la responsabilità di una tragedia che poteva essere facilmente evitata (non c’era nessuna strategia di contenimento della folla né la zona era stata ristretta al traffico), la Corea del Sud si ritrova ad affrontare un’altra, inconcepibile, strage di giovani dopo il disastro del traghetto Sewol nel 2014.

Politica – Lulapalooza
Dopo giorni di inquietante silenzio, Jair Bolsonaro ha deciso di rinunciare ai propositi di guerra civile che molti temevano stesse coltivando e ha annunciato di aver cominciato il passaggio di consegne al neoeletto Luiz Inacio Lula da Silva, secondo i modi e i tempi stabiliti dalla costituzione. Certo, il presidente uscente non ha mai ammesso la sua sconfitta né la vittoria di Lula, ma almeno ha evitato di aggiungere un golpe e una guerra civile in Brasile alla già lunga lista di disgrazie del presente. Sarà contento Leo DiCaprio, uno dei primi a congratularsi con Lula, nella speranza che sotto la sua presidenza la foresta amazzonica non sia, come con Bolsonaro, considerata legna da ardere e futuro terreno agricolo.

Social – Uccello del malaugurio
Dopo l’acquisizione di Twitter, seguire Elon Musk (sempre su Twitter) è diventato, se possibile, ancora più surreale. Dopo aver proposto di rendere la spunta blu dei profili ufficiali un servizio a pagamento – inizialmente 20 dollari al mese, diventati 8 dopo il pubblico scorno subito da Stephen King – Musk ha poi avviato un vero e proprio licenziamento di massa, sciogliendo il CDA e mandando a casa la maggior parte della forza lavoro dell’azienda appena rilevata, compreso il team di ingegneri e quello dedicato alla moderazione dei contenuti della piattaforma. Intanto, sempre su Twitter, c’è qualcuno che ha iniziato il countdown: durerà più un impiegato di Musk o una lattuga?

Ancora polemiche – Scam Italia
Ne sappiamo ancora troppo poco, ma la storia di Carlotta Rossignoli, laureata in Medicina in tempi record all’Università San Raffaele di Milano, potrebbe diventare presto la protagonista di un documentario Netflix. Come già Wanna Marchi e Anna Delvey, rispettivamente prototipo e apoteosi delle imbroglione in grande stile, la 23enne veronese è finita al centro delle cronache per la sua laurea lampo, l’elogio alla produttività a tutti i costi (in un’intervista ha dichiarato che dormire è una perdita di tempo) e il suo profilo Instagram da influencer di provincia. In mezzo ci sono i giornali italiani, che l’hanno incensata senza verificare la sua storia, i meccanismi dubbi delle università private e i legami con la politica, infine il discorso sul merito e il privilegio. Più di tutto, però, sembra una farsa.