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In Cile c’è una discarica di vestiti così grande che si vede anche nelle immagini satellitari

Il deserto di Atacama è famoso per due ragioni: è il luogo più “secco” della Terra – in un anno ci cade meno di un centimetro di pioggia – ed è il sito di una delle più grandi discariche di vestiti usati e invenduti del mondo. Talmente grande che ormai, accanto alle naturali dune di sabbia, ci sono anche delle dune artificiali fatte di capi d’abbigliamento. Talmente grande che la si distingue persino dalle immagini satellitari, come dimostrato da SkyFi, un’azienda che si occupa proprio di questo. «Possiamo confermare che la gigantesca pila di vestiti nel deserto del Cile esiste e sta crescendo», si legge in un tweet pubblicato sul profilo Twitter di SkyFi.

Stando a quanto riporta Bbc, nel deserto di Atacama si accumulerebbero ogni anno 35 mila tonnellate di vestiti importati dall’Europa, dall’Asia e dal Nord America. Questa discarica a cielo aperto si spiegherebbe con una serie di agevolazioni e sgravi fiscali decisi nel corso degli anni dal governo cileno. Conseguenza di queste iniziative fiscali è stata la nascita di alcune “zone franche” sparse nel Paese, tra le quali la città portuale di Iquique, a poca distanza dal deserto di Atacama. Le aziende che operano a Iquique non sono tenute a pagare tasse, imposte e tariffe doganali: nelle intenzioni del legislatore, tutto questo doveva servire a far crescere la depressa economia locale; nei fatti, ha prodotto una delle più grandi discariche a cielo aperto del mondo. I vestiti che restano invenduti nei magazzini dei negozi di Iquique finiscono tutti nel deserto, perché se è vero che per far arrivare le merci in città non ci sono obblighi fiscali di alcun tipo, per portarli da Iquique a un’altra città i costi – tasse e tributi compresi – ci sono eccome.