Trent'anni fa Walter Veltroni, all'epoca direttore del quotidiano, lanciava la prima serie di grandi film in cassetta da vendere in allegato: un «arredamento ideologico» che racconta i cambiamenti della politica e del Paese.
Coi suoi 90 minuti di dark ambient, Perverts è un album claustrofobico, ma nel suo descrivere così perfettamente le emozioni che stiamo vivendo genera un perverso senso di sollievo.
Più di 50 anni dopo la morte, i suoi romanzi, che parlano di dipendenza, malattia psichica e soggezione femminile, stanno tornando a essere letti e amati.
Il film diretto da Edgardo Pistone, premiato alla Festa del Cinema di Roma e al cinema da oggi, racconta una storia in cui i corpi sono al centro e il male è reale, credibile e imperfetto.