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Che cos’è la consistenza Q e perché in Taiwan è sinonimo di bontà

New Tapei City, in Taiwan, è considerata la capitale asiatica della buona cucina. Tra i piatti più prelibati, palline di pesce e di tapioca, omelette di aragosta e polpette unte di patate dolci. Pietanze diverse, ma accomunate dalla stessa consistenza gommosa e leggermente viscida. Consistenza che, in Taiwan, prende il nome di Q.

«È difficile spiegare cosa significa esattamente Q – confessa al Nyt Chun Shui Tang, considerata l’invetrice del Bubble Tea – in pratica, vuol dire elastico, morbido». La texture caratterizza sia i cibi salati che quelli dolci e si applica per lo più a piatti che contengono noodles, tapioca e uova di pesce. Per le specialità particolarmente gommose il termine raddoppia è si parla extra Q o, meglio, QQ, etichetta che si trova su quasi tutte le insegne di ristoranti e i pacchetti di snack.

Secondo Chun Shui Tang, che se ne dichiara l’inventrice, il Bubble Tea perfetto è quello con le palline di tapioca extra Q (Photo by Sean Gallup/Getty Images)

Seppur l’aggettivo gommoso sul menù non faccia proprio venire l’acquolina, ci sono chef stellati che hanno fatto del Q il proprio vanto. André Chiang, ad esempio, nel suo RAW da una stella Michelin, offre una zuppa di scampi, cipolle caramellate e perle di tapioca bianca la cui consistenza è «quasi al dente, ma con l’aggunta di un elemento di elasticità».

Le origini del termine Q sono incerte. Quel che è sicuro è che la 17sima lettera del nostro alfabeto ha in Asia un’accezione decisamente positiva. Q in cinese vuol dire “carino”, ed è anche il nome del protagonista di una tra le più famose novelle per bambini.