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21:18 venerdì 14 novembre 2025
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

Cosa succede ora se posti una fake news su Facebook

23 Marzo 2017

Il sito Mashable ha provato a capire a che punto è il social di Mark Zuckerberg con l’implementazione di ciò che ha annunciato lo scorso dicembre: uno strumento per controllare il contenuto degli articoli che vengono diffusi su Facebook, sviluppato grazie all’ausilio di «organizzazioni terze di fact-checking», che contrasti la diffusione di notizie false. Insomma, che cosa succede (ma sarebbe meglio dire: può succedere, dato che la funzionalità è ancora in fase di beta testing e si presenta solo ad alcuni), dopo aver postato una fake news?

Diversi utenti americani hanno sperimentato la comparsa di un nuovo messaggio quando, nei giorni precedenti la festa di San Patrizio, hanno provato a condividere un articolo di un blog, Newport Buzz, che commemora l’inesistente tratta degli schiavi irlandesi, una deportazione di massa che il blog dà per attiva tra l’isola e gli Stati Uniti nel Diciassettesimo secolo. Accanto all’anteprima del post, un’icona rossa segnalava che si trattava di un contenuto «contestato da Associated Press e Snopes.com», due media company che si occupano di debunking.

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Cliccando sul messaggio, gli utenti americani ottenevano maggiori informazioni sulla nuova funzione, unite a un messaggio che recitava: «A volte le persone condividono fake news senza saperlo. Quando fact-checker indipendenti mettono in discussione questo tipo di contenuti, puoi visitare i loro siti per scoprire il perché», e link ai relativi debunking di Snopes e Ap.

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Scegliendo di ignorare l’avviso, ne appariva un altro sotto forma di pop-up, dai toni più tranchant: «Il contenuto è stato contestato da diverse organizzazioni di fact-checking». E subito sotto: «Prima di condividerlo, potresti voler essere consapevole del fatto che i siti di fact-checking Snopes e Associated Press hanno contestato la sua accuratezza».

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Se ancora l’utente avesse testardamente voluto proseguire, l’icona rossa e l’avviso-disclaimer continuavano ad apparire nella sua timeline. Alcune persone, specie di fede trumpiana, hanno criticato la nuova funzione di Facebook, accostandola a una specie di censura preventiva (alcuni addirittura a una “polizia del pensiero”). Paul Joseph Watson, che scrive sul non-proprio-accuratissimo blog Infowars, ha scritto su Twitter che «Snopes è un gruppo fazioso di estrema sinistra, non un fact-checker responsabile».

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