Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Questa casa editrice fa le copertine di libri più brutte che abbiate mai visto
Siamo abituati a invidiare il mondo anglosassone per le sue fantastiche copertine (le più belle viste di recente: quelle della trilogia di Rachel Cusk, della casa editrice Faber & Faber), e a lamentarci perché, in certi periodi, le fotografie utilizzate per i libri si assomigliano tutte (ne avevamo parlato qui). Grazie a Electric Literature, possiamo finalmente prenderci una piccola rivincita, e in più conoscere grafici dal tocco “insolito”. In un articolo pubblicato qualche giorno fa, Madeline Raynor ha recensito una per una le agghiaccianti copertine della casa editrice Wordsworth Classics. Non solo: ha indagato per scoprire chi se ne occupa e si è interrogata sui motivi di un tale scempio (c’è da dire che ogni volume della collana costa meno di 3 sterline).
Come sottolinea l’autrice del pezzo, essere un classico significa fare parte di una catena di montaggio senza fine di ristampe economiche con brutte copertine. Ma i lavori di Wordsworth Classics hanno uno stile tutto loro: sfondo nero, testo bianco, e un uso di Photoshop completamente scriteriato. Teste illustrate incollate su corpi fotografati, sguardi che non si incrociano e puntano tutti nel vuoto (come nella copertina di Piccole Donne), mani fuori posto, comicità involontarie e un Dorian Gray che, nel quadro, invece di invecchiare e diventare un orrendo mostro, si trasforma in un signore appena uscito dal barbiere.






Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.