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Marco Bellocchio girerà un film su Sergio Marchionne Le riprese sono previste per il 2026 e si svolgeranno in Italia, Stati Uniti e Canada.
Il responsabile per la Salute della Florida ha detto che eliminerà tutte le vaccinazioni obbligatorie Non solo quelle legate al Covid ma anche quelle che riguardano le fasce più giovani, dal morbillo all’epatite B.
Lena Dunham ha annunciato la data di uscita del suo nuovo libro, Famesick Un memoir scritto nell'arco di sette anni che parla di «malattia, dipendenza e sofferenza amorosa».
A Broadway è arrivato il musical dell’Italian Brainrot e durante la prima ovviamente è successo di tutto Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Sahur è stato arrestato, il pubblico l'ha presa male, la protesta è arrivata fino a Times Square.
Drake ha girato un lungometraggio in cui se ne va in giro per i luoghi di culto di Milano C'è anche la Bocciofila Caccialanza di via Padova, dove incontra Sfera Ebbasta.
Trump vuole cambiare il nome del ministero della Difesa in ministero della Guerra Non il più rasserenante dei messaggi per il mondo, il fatto che il segretario alla Difesa Pete Hegseth diventi segretario alla Guerra. 
Un quadro trafugato dai nazisti è stato ritrovato in Argentina grazie a un annuncio immobiliare È il "Ritratto di signora” del pittore italiano Giuseppe Ghislandi, meglio conosciuto come Fra Galgario.
È morto a 91 anni Giorgio Armani Con infinito cordoglio, il gruppo Armani ha annunciato la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore.

Teju Cole stronca le foto di McCurry

08 Aprile 2016

In un lungo editoriale apparso qualche giorno fa sul New York Times Magazine e firmato da Teju Cole, una puntata della sua rubrica di critica fotografica, Steve McCurry, ovvero uno dei, se non il, fotografo più celebrato dei nostri tempi, viene definito «sorprendentemente noioso» e in una qualche misura artisticamente disonesto. Le foto di McCurry, che hanno raggiunto lo status di icone dei nostri tempi, e in particolare il volume di recente pubblicazione, su cui Cole si concentra, India, una raccolta di immagini scattata nel Paese tra il 1978 e il 2014, sono popolari, secondo lo scrittore nigeriano, non solo per la bellezza o la finezza tecnica che esprimono: «Evocano un’India passata, così come una vecchia idea di come le foto dell’India dovrebbero apparire e quali gli oggetti delle vite delle persone vanno mostrati: ombrelli, telai, macchine da cucire; non portatili, stampanti wireless, scale mobili».

Il problema, secondo Cole, sta dunque nei soggetti che ogni fotografo sceglie di rappresentare: «Un difensore dei lavori di McCurry potrebbe sostenere che il fotografo è interessato a esplorare culture che stanno scomparendo. Anche nel Ventunesimo secolo non tutti gli indiani vanno in aereo e nei centri commerciali.  Perché non dovrebbe essere elogiato per aver cercato il pittoresco e averlo usato per mostrare la quintessenza dell’India? Cosa c’è di sbagliato nel mostrare una cultura nella sua forma più autentica? Il problema è che l’unicità di ogni Paese è un misto di pratiche locali, tradizioni, ma anche del suo passato e del suo presente. Ogni fotografia racchiude un pezzo di mondo con i suoi confini. Ma una serie di fotografie, scattate nel corso di molti anni, e attentamente selezionate rivela una visione del mondo. E dunque considerare un luogo dalla prospettiva di un passato antropologico cristallizzato per stabilire una nozione di autenticità che esclude il presente non significa semplicemente raccontare una verità alternativa: è abbandonarsi alla fantasia».

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Il discorso di Cole verte insomma sulla differenza tra il rappresentare la realtà in modo onesto a farlo attraverso il filtro di un pregiudizio. Il termine di paragone che lo scrittore nigeriano usa per dimostrare quanto i lavori di McCurry siano “costruiti” è il fotografo indiano Raghubir Singh, che Cole definisce «un occhio democratico» perché fotografò ogni cosa: «Città paesi, villaggi, negozi, fiumi, fedeli, lavoratori, cantieri, motociclette, statue, arredamenti moderni, terrazze, vestiti e, certo, turbanti e sari». Poi Cole continua il suo affondo paragonando il lavoro di McCurry al video dei Coldplay  “Hymn For The Weekend”, girato in India con un cameo di Beyoncé: «Pavoni, santoni, bambini dipinti, incenso. Praticamente nulla della vera contemporaneità indiana traspare nel video. Sembra che siano stati messi lì come colorato fondale alle fantasie del visitatore occidentale».

Nella immagini una mostra di Steve McCurry at CerModern di Ankara, settembre 2015 (Adem Altan/AFP/Getty Images).
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