Studio X Concrete Investing

Se l’investimento nel mattone diventa crowdfunding

di Studio

Tra le tante democratizzazioni che le nuove tecnologie e Internet hanno messo in atto, c’è di certo quella degli investimenti. Tra queste, il crowdfunding, che nasce nel 2010 negli Stati Uniti per poi sbarcare in Europa attorno al 2013. Oltre a quelle del micro finanziamento alle attività più piccole nate dal basso, le realtà principali sono quelle da una parte legate al finanziamento delle start-up innovative e dall’altra all’investimento nel real estate. 

«Il crowdfunding demolisce le barriere all’ingresso tipiche delle operazioni immobiliari, che di solito prevedono investimenti di capitale significativi. Il crowdfunding dà invece accesso a delle opportunità di investimento e di guadagno superiori a quello che può rendere per esempio un immobile a reddito e soprattutto permette di partire da importi molto più bassi rispetto al classico investimento in questo settore, permettendo anche di differenziare il portafoglio delle proprie operazioni, andando a ridurre la rischiosità». Lorenzo Pedotti, CEO di Concrete Investing, sembra non avere dubbi sui vantaggi di questa nuova possibilità finanziaria, che si lega a quello che da sempre si rivela essere l’investimento preferito dagli italiani: l’immobile. «Si tratta di un cosiddetto “bene rifugio” che in questo caso si unisce all’opportunità di accedere a delle tipologie di immobili che normalmente non sarebbero alla portata dell’investitore medio. Inoltre, permette di impiegare liquidità  e di sopperire all’attuale carenza di investimenti con rendimenti interessanti considerando anche i bassi tassi dei Btp e l’alta volatilità dell’azionario. Nel crowdfunding immobiliare ogni progetto è diverso dall’altro e ognuno ha un suo personale grado di rischio (normalmente più basso rispetto a quello legato al finanziamento in start-up innovative) e delle sue tempistiche. Tipicamente i nostri progetti  prevedono operazioni di sviluppo, per cui l’orizzonte medio dell’investimento va dai 24 ai 36 mesi. La loro rischiosità – che comunque è insita in ogni operazione finanziaria – dipende dal tipo di intervento. Ma c’è da considerare che qualsiasi perdita è sempre mitigata dal fatto che è difficile pensare che un immobile perda di colpo il suo intero valore». 

Concrete Investing è una realtà di equity real estate crowdfunding nata a Milano nel 2018 e iscritta al registro Consob che, con relativa delibera, ne autorizza l’attività. Si tratta di un’azienda fintech digitale in cui l’intero processo di investimento avviene completamente online. È anche attraverso queste leve che il settore dell’equity crowdfunding ha in qualche modo rivoluzionato il mondo degli investimenti italiano, raccogliendo online 180 milioni di euro in poco meno di sei anni. Concrete Investing ha ad oggi raccolto più di 14 milioni di euro e 8 nel solo 2020, con l’obiettivo di chiudere l’anno a 12. Alla base di questa crescita, oltre alle caratteristiche finanziarie, c’è anche la rilevanza immobiliare dei suoi progetti, sia dal punto di vista urbanistico che architettonico. «Abbiamo scelto di operare innanzitutto a Milano, capitale italiana del comparto immobiliare. Penso a Torre Milano e Park Towers, che cambieranno lo skyline della città; o al Washington Building e il Gate Central a Colonne di San Lorenzo, operazioni di prestigio concentrate nel centro città. E poi il recupero di una struttura del ‘400 a Bergamo Alta: Le Dimore di via Arena sono infatti nel cuore del centro storico e ne rinnovano l’alto valore urbanistico». Anche per questo nei suoi progetti Concrete Investing ha riunito più di 800 investitori con un’età che va dai 35 e i 65 anni; molto spesso professionisti e imprenditori, attenti al mondo della finanza.

«Rispetto ad altre piattaforme, Concrete Investing ha un ticket minimo più alto, di 5mila euro. Questo sia per selezionare che per ridurre al minimo i micro investitori a aumentare la qualità del nostro servizio. Inoltre, scegliamo di fare operazioni medio-grandi perché sono più solide, sono più trasparenti, sono spesso fatte da realtà più affidabili, storiche e più competenti. Valori che si trasformano in una tutela sia nei nostri confronti che in quella dei nostri investitori. Il nostro posizionamento è piuttosto categorico: vogliamo fare operazioni rilevanti. Per questo scegliamo zone delle città di forte impatto e coinvolgiamo player di comprovata esperienza, come Impresa Rusconi, aziende quotate come Gruppo Borgosesia e operatori che hanno fatto la storia del real estate in Italia come Immobiliare Percassi. Nonostante l’emergenza sanitaria contiamo di chiudere bene il 2020 e di ampliare, nel 2021, la nostra offerta ampliandola con nuove tipologie di prodotto finanziarie anche il nostro panorama di intervento, aggiungendo territori diversi come Roma, Torino e altri centri rilevanti».