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Il Museum of London celebra i Clash con una mostra

Quando uscì London Calling, pubblicato il 14 dicembre 1979 a cavallo tra la fine dei Settanta e l’inizio degli Ottanta, per i Clash fu un momento decisivo: il passaggio dal punk rock dei primi due album alla new wave e ai generi più diversi. Nasce da qui l’intenzione di celebrare i quarant’anni del disco da parte del Museum of London, dove dal 15 novembre aprirà una mostra gratuita che includerà oggetti personali dei membri della band e fotografie inedite e originali.

Tra queste, le immagini scattate da Pennie Smith, fotografa inglese che seguì la band per due settimane, fotografando il loro primo tour negli Stati Uniti. Come riporta il Guardian, Smith era a meno di un metro di distanza quando Paul Simonon fece a pezzi il suo basso sul palco del Palladium di New York. «Quella notte Paul era di pessimo umore. Il gesto fu assolutamente improvviso, non premeditato», racconta. Così quella fotografia in bianco e nero, che fissò per sempre nella memoria la rabbia di Simonon, divenne iconica in breve tempo: il simbolo di un’intera epoca. «Il giorno successivo Joe Strummer scelse quella foto come immagine per la copertina di London Calling», perché bene rappresentava la protesta “esuberante”che l’album doveva incarnare, in un mix di punk, reggae, blues e rockabilly. Non a caso, la fotografia venne scelta nel 2002 dalla rivista Q quale miglior immagine rock di tutti i tempi. «Pensavo che fosse troppo sgranata, sfocata. “Non funzionerà” dicevo. E invece andò diversamente», continua Smith, interessata in modo particolare non alla musica rock, ma a catturare «i momenti di tranquillità lontani dal palco». Ironico che il suo scatto più noto è l’esatto contrario.