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08:19 sabato 15 novembre 2025
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

Ego, nostalgia e paura: come nascono i nomi delle città

01 Novembre 2016

Com’è che una città riceve il nome che ha? Lo studioso britannico Deyan Sudjic, che è anche il direttore del Museo del design di Londra, ha dedicato un libro al rapporto tra contesti urbani e linguaggio. Il saggio, intitolato The Language of Cities e appena pubblicato da Penguin, include anche un capitolo dedicato alla genesi dei nomi delle città: ne ha pubblicato un estratto il Guardian. Certo, la genesi dei nomi di molte città risale alla notte dei tempi e probabilmente è stata un processo graduale. Sudjic però si è concentrato su quelli decisi a tavolino. Uno dei motori principali nella scelta dei nomi, sostiene lo studioso, è l’ego. L’imperatore greco Alessandro Magno, per esempio, ha battezzato ben più di una città in onore di se stesso. Similmente, lo zar Pietro il grande ha scelto il nome di San Pietroburgo, ufficialmente in omaggio del suo santo protettore. Il primo presidente americano George Washington ha indicato personalmente dove fare sorgere la capitale dei neonati Stati Uniti, nel 1790, e l’anno successivo una commissione ha scelto di chiamarla in suo onore, mentre il capo dello Stato era ancora in carica.

nomi città libroL’ideologia, poi, è un’altra motivazione frequente. Mentre sono piuttosto noti i casi di città russe ribattezzate in onore di leader comunisti durante l’epoca sovietica (per esempio Volgograd era diventata Stalingrado, mentre la sopracitata San Pietroburgo era per un certo periodo diventata Leningrado), meno conosciuto è il caso della cittadina britannica fondata nel 1967, esattamente a metà strada tra Londra e Birmingham, e chiamata Milton Keynes in omaggio all’economista: la scelta fu presa direttamente dal governo britannico; inutile dire che al potere c’era un premier laburista, Harold Wilson. In altri casi, infine, la scelta di un nome è indicativa delle circostanze storiche in cui è nata una città. Per esempio Boston è stata fondata nel 1630 da un gruppo di puritani inglesi che la chiamarono esattamente come la città da cui stavano fuggendo, una scelta probabilmente nata dalla nostalgia per la terra d’origine: esiste ancora una piccola Boston nel Lincolnshire, ma oggi associamo questo nome alla città del Massachusetts.

Tel Aviv è stata fondata nel 1909 da ebrei europei in fuga dai pogrom: inizialmente era soltanto un quartiere adiacente alla città araba di Jaffa, ma i nuovi arrivati, per darsi un’identità, le diedero un nome ebraico, che significa “la collina della primavera”, nonostante la zona sia in pianura. Grozny, la capitale della Cececnia, è nata nel XIX secolo come insediamento che si è formato attorno a un forte militare russo: il fortino era soprannominato “grozny”, che significa “terribile” (infatti Ivan Grozny era anche il soprannome dello zar Ivan IV, detto “il terribile”). «Un nome che certamente riflette la storia difficile della città, dalle deportazioni in massa di Stalin alla feroce guerra di Putin», commenta Sudjic, «ma non propriamente ideale ad attirare turisti e investitori».

Nelle immagini: un’antica mappa di Boston (1805 circa); una commemorazione storica nella città, 2005  (Kelly Newlin/U.S. Coast Guard via Getty Images)
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