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Hanno organizzato una finta mostra di arte contemporanea per cercare di riqualificare Chernobyl

L’ha raccontato Megan Nolan su The Outline in un interessante reportage che consigliamo di leggere e che si potrebbe riassumere così: con la scusa di un’improbabile mostra di arte contemporanea, l’Ucraina ha provato a trasformare Chernobyl in un brand e in una località turistica. Il racconto di Nolan ripercorre tutti i momenti del suo stranissimo viaggio stampa: dall’arrivo di un comunicato stampa strampalato e tradotto molto male, che rende impossibile capire se si tratti della normale cripticità del linguaggio dell’arte contemporanea o di veri e propri errori, all’ingresso dell’autobus con i giornalisti nell'”exclusion zone”, dove circa 300 persone che non hanno voluto lasciare le loro case vivono illegalmente.

Ma è una volta scesi dal pullman che i giornalisti trovano davanti a loro uno spettacolo surreale: «Ci accoglie uno stand per i turisti che vende panini caldi e vaschette di gelato alla fragola, alla vaniglia e al cioccolato con l’etichetta “Gelato di Chernobyl”, maschere antigas e magliette con le illustrazioni gialle del simbolo del pericolo radioattivo. Quando una persona del nostro gruppo mette la borsa a terra, viene rimproverata: non dobbiamo toccare nulla, non il terreno, non gli alberi, non gli adorabili e amichevoli cani selvatici che si radunano intorno a noi, implorando gli avanzi».

L’artista, il curatore e gli impiegati del governo hanno poi presentato ai giornalisti “la mostra”, organizzata soltanto per loro e quindi destinata ad essere smantellata il giorno successivo. «Il vuoto di Chernobyl non veniva riempito ma anzi enfatizzato dallo spettacolo che eravamo lì per vedere», commenta Nolan. Il reportage dell’assurda situazione in cui lei e i suoi compagni di viaggio si sono ritrovati è intervallato da diversi frammenti e testimonianze, ad esempio un’intervista a Vitalii V. Petruk, capo della gestione delle zone di esclusione, che nel 2016 già si chiedeva «Come possiamo trasformare la nostra vergogna in un vantaggio?».