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Dopo la vittoria del Booker, le vendite di Nella carne di David Szalay sono aumentate del 1400 per cento  Nel gergo dell'industria letteraria si parla ormai di Booker bounce, una sorta di garanzia di successo commerciale per chi vende il premio.
Un anziano di New York ha pubblicato un annuncio in cui chiedeva di venire a fumare una sigaretta al parco con lui e si sono presentati in 1500 Lo smoke party improvvisato è stato lanciato dall’attore Bob Terry, che aveva anche promesso di offrire una sigaretta a chiunque si fosse presentato.
Sul canale YouTube di Friends sono stati pubblicati otto episodi mai visti prima dello spin off dedicato a Joey A vent’anni dalla cancellazione, la sitcom è stata pubblicata tutta quanta su YouTube, compresi gli episodi mai andati in onda.
È morto Udo Kier, uno dei volti più affascinanti e inquietanti del cinema europeo Attore di culto del cinema horror, Kier ha lavorato con tutti i grandi maestri europei, da Fassbinder a Von Trier, da Herzog ad Argento.
Negli Usa il Parmigiano Reggiano è così popolare che un’agenzia di Hollywood lo ha messo sotto contratto come fosse una celebrity La United Talent Agency si occuperà di trovare al Parmigiano Reggiano opportunità lavorative in film e serie tv.
I farmaci dimagranti come l’Ozempic si starebbero dimostrando efficaci anche contro le dipendenze da alcol e droghe La ricerca è ancora agli inizi, ma sono già molti i medici che segnalano che questi farmaci stanno aiutando i pazienti anche contro le dipendenze.

Che moda abbiamo visto a Milano

Ovvero di collezioni davvero belle e pranzi dove Matteo Renzi è seduto al fianco di Anna Wintour: commento sulla Fashion Week appena conclusa.

01 Marzo 2016

La settimana della moda appena conclusa a Milano era iniziata con un pranzo inaugurale dai contorni quasi surreali: Matteo Renzi apparentemente a suo agio fra Anna Wintour e Franca Sozzani, e tutt’intorno stilisti e amministratori delegati delle più importanti case di moda italiane, da Giorgio Armani (vagamente annoiato) a Donatella Versace, passando per Marco Bizzarri (co-autore del miracolo Gucci), Federico Marchetti e Renzo Rosso, giusto per citarne alcuni.

È la prima volta che si vede un presidente del Consiglio partecipare così attivamente alla fashion week, o anche solo presenziare all’evento di apertura. Non è la prima volta che Renzi strizza l’occhio agli imprenditori della moda; è pur sempre il sindaco di Firenze cresciuto a pane e Pitti, ma da molti questo rinnovato interesse è stato valutato positivamente, come il primo vero segnale di un reale interesse delle istituzioni nei confronti di uno dei settori economici più importanti del nostro Paese, per lungo tempo ignorato. Durante il pranzo, si è parlato di innovazione e spirito imprenditoriale, di Made in Italy e globalizzazione. «La globalizzazione è il più grande potenziale dell’Italia», ha detto Renzi «conosco bene la grandezza e l’heritage delle aziende italiane. Quello di cui abbiamo bisogno oggi è trasportare i valori legati a quell’heritage nel nostro futuro. La moda è innovazione, cambiamento».

In un momento in cui tutto il settore prova a darsi nuova forma, la Camera della Moda guidata da Carlo Capasa si schiera contro quelli che sono stati definiti gli “in-season fashion show”, ovvero le sfilate che renderanno immediatamente disponibili le collezioni viste in passerella. Il modello Burberry non convince Capasa che, alla stregua di François-Henri Pinault, Ceo di Kering, sostiene che questo si traduca nella negazione del sogno legato all’idea del lusso, a quello spirito di creare un desiderio che è l’opposto della soddisfazione di un bisogno, cui il fast fashion risponde già benissimo. Donatella Versace e Renzo Rosso, invece, non sono del tutto d’accordo e chiedono dei cambiamenti strutturali che non siano l’anacronistico rifugio nel vecchio modello.

Gucci Alternative Views - Milan Fashion Week Fall/Winter 2016/17

Pranzi a parte, la settimana è iniziata con la sfilata di Gucci, che possiamo a ragione definire il nuovo evento di Milano. Questa volta Alessandro Michele ha dalla sua anche i numeri: il marchio registra infatti il quarto trimestre positivo, con una crescita delle vendite comparate dell’8% rispetto a una stima del 4,1%, come riporta Business of Fashion. Proprio quando pensavamo di esserci abituati al nuovo Gucci, però, Michele manda in passerella una collezione ancora più complessa e stratificata, dove non manca nulla, neanche lo street artist – Trouble Andrew – che decora le borse e la venue in diretta su Snapchat, e la modella inaspettata, la fotografa Petra Collins. Se fosse vissuta negli anni Ottanta, Caterina dei Medici si sarebbe vestita così. Non si può certo dire che qui manchi la capacità di creare un desiderio, che sia legato a una borsa con i graffiti o a una voluminosa pelliccia rosa.

FASHION-ITALY-WOMEN-PRADA

Specialista nel rendere appetibile tutto quello che a una prima occhiata fa dire “no grazie, non fa per me”, è di certo Miuccia Prada, grande assente al pranzo di cui sopra, che per l’Autunno Inverno 2016 sfodera una delle collezioni più belle degli ultimi anni. Un saggio dello stile Prada, un inventario che riprende e sviluppa quelle idee viste un mese fa sulla passerella maschile, com’è abitudine della stilista da ben prima si iniziasse anche solo a discutere di raggruppare le collezioni o di unificare il guardaroba. Il tema era quello delle donne viaggiatrici, ma oltre ai berretti e ai cappotti militari, compaiono i corsetti tenuti insieme dalle cinture arrotolate, alle quali sono appesi piccoli diari a mo’ di borse. Gli stessi diari di bordo formano intricate collane che ricordano quelle delle donne di culture lontane.

FASHION-ITALY-WOMEN-MARNI

Un’altra collezione particolarmente riuscita è stata quella che Consuelo Castiglioni ha disegnato per Marni: qui il Rinascimento italiano prende una piega del tutto diversa rispetto a quella immaginata da Michele per Gucci, speculare e per questo ugualmente convincente. La moda di Castiglioni è un compendio di eleganza moderna, per chi non ama crogiolarsi negli stilemi del passato ma preferisce giocare con forme e colori. Sarah Mower su Vogue ha scritto: «Castiglioni ha sempre sperimentato con le proporzioni e i materiali», ma questa volta è riuscita ancora meglio del solito a tradurre lo spirito arty, che da sempre contraddistingue il marchio, in una collezione portabile e «incredibilmente chic», grazie soprattutto a «quel gusto aristocratico, tipicamente italiano, che mette insieme ricchezza e semplicità». Tra gli altri show che si sono distinti per le stesse qualità, ovvero il bilanciamento di una tradizione importante con un rinnovato interesse verso la contemporaneità, bisogna citare Bottega Veneta, dove Tomas Maier disegna cappotti dal taglio maschile, soprabiti maculati e abiti al ginocchio che ridefiniscono la wish-list delle signore per bene, e Missoni, dove la maglieria a zig zag dimostra di avere ancora tutto l’estro necessario a reinventarsi continuamente.

L’elogio alle cose riuscite va di pari passo, però, con la presa di coscienza che i nuovi fenomeni, anche sulle passerelle, possono generare mostri, e lo nota bene Antonio Mancinelli su Marie Claire, quando mette in guardia sulla «processione degli -ismi»: «Se Gucci diffonde cultura, il guccismo può far danni, e pure gravi», scrive il giornalista. D’altronde, dopo una settimana della moda di New York caratterizzata dal “circo del branding” – avete presente Kanye West? – e quella di Londra sfumata più velocemente del solito lasciando poche tracce, Milano dimostra di avere ancora – o meglio, di avere sempre – delle carte da giocarsi, sebbene di cambiamenti effettivi se ne registrino ancora troppo pochi, pranzi a parte (si sarà parlato di scuole di moda, a un certo punto?).

Immagini: in evidenza l’Autunno-Inverno 2016 di Prada (Giuseppe Cacace/Getty Images); nel testo una modella sulla passerella di Gucci (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images); una modella allo show Prada (Giuseppe Cacace/Getty Images); la passerella di Marni (Tiziana Fabi/Getty Images)
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