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Il controverso editoriale di Charlie Hebdo su Bruxelles

Dopo gli attentati di Bruxelles Charlie Hebdo ha pubblicato un controverso editoriale intitolato “Come siamo arrivati a questo punto”: non solo il settimanale satirico denuncia una  presunta «ritirata della laicità» in Europa davanti all’Islam, ma avanza l’ipotesi che essa avrebbe contribuito a creare il clima che ha portato agli attacchi terroristici sul suolo belga.Ce0LA6XUIAAgK8Q

L’editoriale ha ricevuto molte critiche, per esempio sull’Independent e su Slate. Teju Cole, lo scrittore nigeriano-americano che già aveva attaccato la testata francese quando il PEN American Center le aveva assegnato un premio per la libertà di espressione, lo ha duramente criticato su Facebook: secondo lui con questa opinione il Charlie Hebdo avrebbe «gettato la maschera» sul suo pregiudizio anti-islamico.

«I fan dell’ordine costituito daranno la colpa alla mancanza di potere della polizia. Gli xenofobi daranno la colpa all’immigrazione. I sociologi ricorderanno i mali del colonialismo. Gli urbanisti quelli della ghettizzazione. Fate un po’ voi. La verità è che gli attentati sono la punta di un iceberg molto più grande», recita l’editoriale dell’Hebdo (qui la versione in inglese, la versione francese originale è a pagamento).

La tesi è che il problema non sono soltanto i terroristi che uccidono le persone, ma anche vari soggetti che, senza violenza alcuna, starebbero costringendo l’Europa ad abdicare ai propri valori laici in nome della religione, e in particolare modo dell’Islam. Tra i bersagli della testata francese le donne che portano il velo, il docente britannico Tariq Ramadan, e i negozianti musulmani che non servono carne di maiale: tutti soggetti che, sempre secondo Charlie, sarebbero colpevoli di creare un «senso di colpa» tra chi non condivide i loro valori.

«Una cosa tipica dei colpevoli è dare la colpa agli innocenti. Dal ristoratore che ti proibisce di mangiare ciò che vuoi alla donna che ti proibisce di ammettere che il suo velo ti mette a disagio, siamo subissati dai sensi di colpa», ovvero dal timore «di essere trattati come islamofobi o chiamati razzisti» se critichiamo le loro diversità. Inoltre il Charlie Hebdo sostiene che le azioni dei terroristi di Bruxelles apparterrebbero alla stessa «linea filosofica».

Teju Cole ha condiviso l’editoriale su Facebook con un commento durissimo: «Finalmente Charlie Hebdo si è tolto la maschera del “è solo satira e voi non la capite”, per dire chiaramente che tutti i musulmani, non importa se integrati o meno, sono il nemico». L’autore di Città Aperta paragona l’attacco dell’Hebdo ai musulmani alla retorica antiebraica dell’Europa prima della Seconda guerra mondiale: «È una logica terribilmente simile: non ci sono musulmani innocenti, e bisogna fare qualcosa. Una categorizzazione di una comunità intera è velenosa, e lo abbiamo già visto in passato».