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17:07 sabato 14 giugno 2025
Dua Lipa e Callum Turner si sono innamorati grazie a Trust di Hernan Diaz Il premio Pulitzer 2023 è stato l'argomento della prima chiacchierata della loro relazione, ha rivelato la pop star.
In dieci anni una città spagnola ha perso tutte le sue spiagge per colpa della crisi climatica  A Montgat, Barcellona, non ci sono più le spiagge e nemmeno i turisti, un danno di un milione di euro all’anno per l'economia locale.
Ai Grammy dal 2026 si premierà anche l’album con la migliore copertina È una delle tante novità annunciate dalla Record Academy per la cerimonia dell'anno prossimo, che si terrà l'1 febbraio.
Ronja, la prima e unica serie animata dello Studio Ghibli, verrà trasmessa dalla Rai Ispirata dall’omonimo romanzo dell’autrice di Pippi Calzelunghe, è stata diretta dal figlio di Hayao Miyazaki, Goro. 
Ogni volta che scoppia un conflitto con l’Iran, viene preso come ufficiale un account dell’esercito iraniano che però non è ufficiale Si chiama Iran Military, ha più di 600 mila follower ma non ha nulla a che fare con le forze armate iraniane.
L’unico sopravvissuto al disastro aereo in India non ha idea di come sia riuscito a salvarsi Dopo l’impatto, Vishwash Kumar Ramesh ha ripreso i sensi in mezzo alle macerie: i soccorritori l’hanno trovato mentre cercava il fratello.
L’Egitto sta espellendo tutti gli attivisti arrivati al Cairo per unirsi alla Marcia mondiale per Gaza I fermati e gli espulsi sono già più di un centinaio e tra loro ci sono anche diversi italiani.
Per ricordare Brian Wilson, Vulture ha pubblicato un estratto del suo bellissimo memoir Si intitola I Am Brian Wilson ed è uscito nel 2016. In Italia, purtroppo, è ancora inedito.

Carine Roitfeld a pranzo col FT

29 Maggio 2011

“Se vuoi essere cool, non venire a pranzo qui durante la fashion week”. Lo dice Carine Roitfeld – ex direttrice dell’edizione francese di Voguedimessasi all’improvviso nel dicembre scorso – a Carola Long che la incontra per la celebre rubrica del Financial Times, “Lunch with…”.

La lunga chiacchierata – tre ore dice la cronista – a un tavolo dello chicchissimo ristorante russo di Parigi, Caviar Kaspia, è stata pubblicata domenica dal quotidiano finanziario color salmone, e la cosa rilevante per chi si occupa di cose legate alla moda è che è sostanzialmente la prima volta che la Roitfeld parla abbastanza liberamente e pubblicamente della sua avventura alla guida di Vogue Paris, e del suo rapporto col mondo del fashion. Pubblichiamo di seguito una serie di sue dichiarazioni, divise per argomenti.

SULLA FINE DEL SUO RAPPORTO CON VOGUE

“Quando ho iniziato ho detto che non ci sarei rimasta per sempre, massimo dieci anni (che è il tempo della durata della sua direzione, ndr). Sì, forse sarei potuta rimanere sei mesi in più, ma mi piaceva l’idea di lasciare al top, e soprattutto pensavo di aver già fatto molto per Vogue“.
La Long la incalza per sapere se in qualche abbia influito l’ultimo numero co-curato con l’amico di sempre Tom Ford, in cui sono comparsi un paio di redazionali molto discussi che pare abbiano fatto storcere il naso al boss dell’azienda, Xavier Romatet. Risponde così: “Non, non ha apprezzato. Io sono irriverente ma lui avrebbe preferito qualcosa di più soft, di più mainstream. Magari era preoccupato per le vendite future del giornale”.

SUL SUO RAPPORTO CON EMMANUELLE ALT (SUA EX FASHION EDITOR E ATTUALE DIRETTRICE DI VOGUE)

“Non siamo più amiche. Penso sia triste. Quando riponi tanta fiducia in una persona e questa non viene ricambiata, non è bello. Ma è la vita. Me ne son fatta una ragione”.

SU VODKA E CHAMPAGNE

“Vuole pasteggiare a vodka? Io non bevo vodka a pranzo. La sera però quando vado a casa, verso le otto, mi faccio uno shot; sono le mie origine russe”.

SUL SUO PRESENTE E SUL SUO FUTURO

Scrive la Long: “Ma uno dove va dopo Vogue? Della Roitfeld è stato detto che avrebbe lavorato con Tom Ford o si sarebbe unita all’amico Riccardo Tisci, invece a marzo ha annunciato che il suo primo progetto sarebbe stato una collaborazione con il super hip e lussuoso department store newyorchese Barneys, sulla loro campagna autunnale, sul catalogo e sulle celebri vetrine. O, come dice la Roitfeld, -Mi hanno chiesto, e a me piace molto, di potermi celebrare durante la fashion week di settembre-.
Un’ottima prima mossa; una mossa che le permette di tenere alto il suo status nell’industria mentre si sposta dal marchio Vogue al marchio Carine”.

SU GALLIANO E MCQUEEN

“Fare moda è dura e non dovremmo dimenticare che prima che dei money-maker, gli stilisti sono soprattutto artisti. Galliano era un artista, McQueen era un artista. Queste persone sono molto fragili e non riescono a sopportare tutta questa pressione spesso”. Pensa che in parte abbia contribuito anche la globalizzazione perché: “E’ difficile soddisfare una donna a Shangai, a Rio e a Parigi, e disegnare una giacca che funzioni per tutte e tre. Non è facile per un brand parlare a tanta gente diversa, sedurre tutti questi nuovi clienti, e a volte gli stilisti non hanno le spalle abbastanza grosse per farcela”.

SU ANNA WINTOUR

A volte le persone non sono come pensi che siano. Tutti credono sia fredda e dura, ma è una persona molto carina. Quando i miei figli si sono trasferiti a New York, è stata la prima a invitarli a cena”. Come ha reagito la Roitfeld ai rumours, un paio di anni fa, che sarebbe stata lei a sostituirla alla guida di Vogue America? Ride. “E’ stato il miglior complimento pensare che io avrei potuto guidare il più grande giornale di moda del mondo, ma non sono del tutto bilingue; sono irriverente, e questo funziona in un piccolo paese come la Francia ma non in uno grande come gli Stati Uniti. Dirigere un magazine come il Vogue americano è un ruolo politico e lei è come una first lady”.

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