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Come la cannabis è diventata chic

Nell’articolo How cannabis became chic, Roisin Lanigan analizza le dinamiche legate al momento d’oro che sta vivendo la cannabis, anzi, per essere più precisi, il cannabidiolo (più comunemente chiamato Cbd), nella cultura mainstream. «Dalla cameretta del fratello maggiore che faceva il ribelle, con i suoi poster di Bob Marley e tutti gli album dei Pink Floyd, la foglia di marijuana è andata a finire nelle collezioni di Vetements, Jeremy Scott e Stella McCartney».

Negli ultimi mesi la marijuana è stata oggetto di importanti riforme: dalla legalizzazione per uso ricreativo in Canada alla disponibilità della cannabis nel programma del National Health Service del Regno Unito per pazienti con cancro, epilessia, autismo o malattie mentali. In Italia abbiamo assistito al boom della cannabis legale: una marijuana con pochissimo principio attivo (meno dello 0,6% di Thc) che non provoca sostanziali effetti psicotropi. Nello stesso tempo la cannabis ha iniziato a spopolare nei video musicali (basti pensare alla trap) e a diffondersi nel mondo del food. La catena di locali by Cloe, ad esempio, propone una graziosa linea di dolci a base di Cbd. Il cannabidiolo è diventato un ingrediente di tendenza. A tale proposito, alcuni marchi del settore beauty hanno pensato bene di cavalcare l’onda, proponendo lussuosi prodotti per la pelle che, proprio grazie alla presenza del metabolita della Cannabis sativa dovrebbero ridurre le occhiaie e prevenire le rughe: «Il Cbd fa al tuo corpo quello che il Thc fa alla tua mente», è lo slogan di una di queste.