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02:49 lunedì 17 novembre 2025
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

Una città con un brutto nome può decidere di cambiarlo?

14 Ottobre 2020

Di città con nomi sfortunati ce ne sono tante nel mondo, tra queste Asbestos, nella regione del Québec in Canada, perché si chiama come l’amianto, minerale cancerogeno vietato in quasi 60 Paesi. È comprensibile, allora, il desiderio dell’amministrazione cittadina di cambiarne il nome, per rendere la città più appetibile a chi ci vive e, soprattutto, a chi vorrebbe investirci. «Uno dei nostri dipendenti per lo sviluppo economico è stato negli Stati Uniti l’anno scorso per un congresso, alla ricerca di opportunità internazionali», ha raccontato Caroline Payer, consigliere comunale, alla Bbc, «La gente rifiutava persino il suo biglietto da visita perché c’era scritto “Amianto” e forse pensavano che anche il biglietto da visita fosse pericoloso. Non è bellissimo dare questa prima impressione».

La situazione ha portato la città a misure drastiche. Tra il 14 e il 18 ottobre, infatti, i suoi 6.800 residenti voteranno per ribattezzarlo L’Azur-des-Cantons, Jeffrey-sur-le-Lac, Larochelle, Phénix, Trois-Lacs e Val-des-Sources. È un processo che avrà un costo di circa 100.000 dollari, ma che i leader della città sono convinti che produrrà benefici su tutta la linea. Ovviamente non è sempre stato così. L’amianto, minerale un tempo molto ambito, è stato estratto nella città per più di un secolo, per essere utilizzato nelle industrie di costruzione e produzione. La gigantesca Jeffrey Mine, larga 2 km, ha creato migliaia di posti di lavoro ben retribuiti nella comunità, plasmandone lo sviluppo e l’identità. Oggi, però, quell’epoca d’oro è ben lontana, e ne è rimangono solo le vestigia.

Asbestos non è chiaramente la prima città ad affrontare un problema simile: è successo a molte città dell’ex blocco sovietico che, dopo la dissoluzione dell’Urss hanno cambiato il loro nome foriero di brutti ricordi e di un periodo storico ormai concluso, ma è successo anche in Italia, spesso per motivi simili (basti pensare a Littoria, nome fascista, diventata Latina). Asbestos ha tentato più volte di rinnovare la propria immagine e di creare nuovi mezzi per sostenere l’economia locale. C’è stato un tentativo di trasformare la Jeffrey Mine in una sorta di parco turistico, con tanto di percorsi per arrampicata su roccia e per mountain bike, ma il progetto non è decollato per via delle preoccupazioni circa la salubrità del luogo. Payer ha raccontato che, negli anni, sono stati impiegati diversi consulenti di branding e pubbliche relazioni per ridisegnare il logo e il sito web della città e che sono stati inviati altrettanti rappresentanti in numerosi viaggi d’affari per convincere le aziende a investire nella città. La soluzione migliore, però, sembra oggi quella di chiudere quel capitolo una volta per tutte.

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