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I Paesi in cui le persone stanno diventando più alte

Un recente studio pubblicato su eLife mostra i cambiamenti nelle altezze medie delle popolazioni mondiali, a partire dal 1896 per arrivare fino ai giorni nostri. Nell’abstract della ricerca si sottolinea come generalmente essere alti è associato a vivere più a lungo, a guadagnare meglio in ambito lavorativo e all’avere un livello di istruzione più alto. Gli autori del paper hanno messo insieme studi su 1472 gruppi sociali, misurando l’altezza di poco meno di venti milioni di persone.

Tra i risultati, si è scoperto che nel corso dell’ultimo secolo i maggiori incrementi di altezza sono ravvisabili tra le donne sudcoreane e gli uomini iraniani, diventati mediamente 20 e 16,5 centimetri più alti. All’altro capo dello spettro, nei Paesi dell’Africa subsahariana e in quelli dell’Asia meridionale si sono registrate le variazioni più contenute. Ma il paper è pieno di dati interessanti: gli esseri umani più alti di questo momento storico, ad esempio, sono uomini nati in Olanda sul finire del Ventesimo secolo (la cui altezza media è 182,5 cm), mentre i più bassi sono donne nate in Guatemala all’inizio del periodo considerato, cioè a fine Ottocento: erano alte soltanto poco più di 140 centimetri.

The New Tallest Man In The World Visits London For The First Time

«La differenza d’altezza tra le popolazioni più alte e quelle più basse un secolo fa era tra i 19 e i 20 centimetri; a cent’anni di distanza è rimasta la stessa per le donne ed è aumentata per gli uomini nonostante cambiamenti sostanziali nel ranking dei Paesi», si legge nell’abstract. Il Washington Post ha ripreso lo studio, focalizzandosi sugli americani: un tempo terzi e quarti nella classifica dei più alti (rispettivamente tra gli uomini e le donne), oggi entrambi i generi hanno fatto segnare i più bassi incrementi di altezza fra gli Stati più industrializzati, posizionandosi al primo posto tra le popolazioni meno “cresciute”.

Nelle immagini: due degli uomini più alti secondo il Guinness world record degli ultimi anni, l’ucraino Leonid Stadnik (in testata) e il turco Sultan Kosen (Mykola Lazarenko, Dan Kitwood/Getty Images)