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La pagina Wikipedia più letta nel 2025 è stata quella di Charlie Kirk Con 45 milioni di visualizzazioni, la pagina dedicata a Kirk ha superato quelle di Trump, del Papa, di Musk, di Mamdani e pure di Superman.
Il nuovo trend di TikTok sono i video anti immigrazione generati con l’AI Milioni di visualizzazioni per video apertamente razzisti e chiaramente falsi che incolpano i migranti di crimini che non sono mai avvenuti.
In Cina le persone stanno andando a vedere Zootropolis 2 insieme ai loro cani e gatti Alcuni cinema cinesi hanno organizzato proiezioni pet friendly per vedere il film Disney con i propri animali domestici.
Anche stavolta il premio di Designer of the Year l’ha vinto Jonathan Anderson È la terza volta consecutiva, stavolta ha battuto Glenn Martens, Miuccia Prada, Rick Owens, Martin Rose e Willy Chavarria.
L’Oms ha detto che i farmaci come Ozempic dovrebbero essere disponibili per tutti e non solo per chi può permetterseli Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, in futuro bisognerà garantire l'accesso a questi farmaci a chiunque ne abbia bisogno.
Aphex Twin ha caricato a sorpresa su SoundCloud due nuovi brani ispirati a una vacanza in Sicilia Le tracce sono comparse a sorpresa e sarebbero state ispirate da una vacanza italiana del musicista, intristito dalla pioggia autunnale.
Il sindaco di Pesaro si è dovuto scusare perché ha coperto di ghiaccio la statua di Pavarotti per far spazio a una pista di pattinaggio Ma ha pure detto che Pavarotti resterà "congelato" fino a dopo l'Epifania: spostare la statua o rimuovere la pista sarebbe troppo costoso.
Siccome erano alleati nella Seconda guerra mondiale, la Cina vuole che Francia e Regno Unito la sostengano anche adesso nello scontro con il Giappone Indispettita dalle dichiarazioni giapponesi su Taiwan, la diplomazia cinese chiede adesso si appella anche alle vecchie alleanze.

I quadri di Bush convincono il New York Times

18 Aprile 2017

Non mancano, nella storia recente, capi di Stato e di governo che, dopo o durante il loro incarico, si sono dati alla pittura: due degli esempi più noti sono Dwight D. Eisenhower e Winston Churchill. Della passione per la pittura di George W. Bush già si sapeva, se n’era parlato nel 2013, quando alcune sue creazioni erano finite su internet, generando reazioni non propriamente entusiaste della critica. A quattro anni di distanza, Bush pittore torna a fare parlare di sé per l’uscita del volume Portraits of Courage, che raccoglie le storie e i ritratti di alcuni veterani della guerra dell’Iraq, la campagna militare voluta da Bush quando era presidente. Il volume è in testa alla classifica non-fiction dei bestseller del New York Times. I suoi detrattori hanno fatto notare che difficilmente tali immagini avrebbero suscitato tanta attenzione se non fossero state dipinte da un ex presidente, tuttavia sul Nyt Jonathan Alter ha spiegato perché secondo lui Portraits of Courage è un lavoro importante.

US-POLITICS-ART-BUSH

Alter, va fatto notare, è un giornalista specializzato nel seguire le vite dei presidenti, non è un critico d’arte, e la sua opinione si concentra sulla valenza storico-politica delle opere di Bush pittore, più che sui loro meriti artistici. Tuttavia sostiene che il caso di George W. Bush è molto diverso rispetto a quello di altri ex politici i cui quadri sarebbero del tutto privi di interesse, se non per la mano celebre che li ha dipinti. La portata dell’opera di Bush, spiega Alter, sta nel tema scelto, la guerra dell’Iraq, e di come questo tema tocchi l’eredità storica del leader, visto che a detta di molti la campagna militare è stato il suo più grave errore. Inoltre, i ritratti dei veterani trasmettono un messaggio di rispetto nei confronti di chi ha combattuto una guerra, che rappresenta un passo avanti rispetto all’atteggiamento dei presidenti tenuto nei confronti dei veterani del Vietnam.

«Il successo di Portraits of Courage (i cui proventi andranno ad aiutare i veterani) è qualcosa di più di un classico “grazie ragazzi”. Testimonia una determinazione, genuina e bipartisan, di fare un po’ meglio questa volta; di sostenere la guarigione in tutte le sue forme, anche da parte di un presidente che ha creato le condizioni che hanno reso necessaria una guarigione. Riflette la nostra fascinazione per come i leader gestiscono il dolore e il rimorso», scrive il giornalista. Che poi prosegue: «Indipendentemente dal fatto che uno abbia o meno sostenuto l’invasione di Bush nel 2003 (sbagliando, io l’ho fatto), commemorare i 40 mila americani coraggiosi che hanno lasciato un pezzetto di sé in Iraq e in Afghanistan sembra un passo doveroso, anche se piccolo, nel colmare il divario tra mondo civile e il mondo militare».

La presentazione del volume Portraits of Courage: febbraio 2017 (Getty)
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