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12:53 lunedì 17 novembre 2025
C’è una app che permette di parlare con avatar AI dei propri amici e parenti morti, e ovviamente non piace a nessuno Se vi ricorda un episodio di Black Mirror è perché c'è un episodio di Black Mirror in cui si racconta una storia quasi identica. Non andava a finire bene.
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.

I testi dei Radiohead sono sopravvalutati?

06 Giugno 2016

Da quando è uscito il singolo “Burn the Witch” dei Radiohead, lo scorso 3 maggio, continuano a fioccare sulla stampa e su Internet varie interpretazioni sul significato del testo. Se n’è discusso ad libitum su Reddit, della questione si sono occupati il Guardian, l’Independent e l’Atlantic (oltre che, meno sorprendentemente, Pitchfork), dando spazio alle più svariate interpretazioni del testo. Che cosa significa «This is a low flying panic attack/Sing a song on the jukebox that goes/ /Burn the witch/Burn the witch/We know where you live»?

Sul Guardian, che ha sollecitato interpretazioni dai lettori, una fan l’ha definito «un Sudoku per le orecchie». Su Pitchfork, s’è scritto che è invece un’allusione alle migrazioni globali.  Altri hanno detto che la canzone parla di islamofobia. Qualcuno ha ipotizzato che il riferimento alla “caccia alle streghe” potrebbe essere una critica alla crisi, o presunta tale, della libertà di parola nei campus universitari (cioè: il politicamente corretto negli ambienti accademici sta mettendo a rischio la libertà di parola? È un dibattito molto animato nel mondo anglosassone).

Forse però stiamo semplicemente sovra-analizzando il testo. Questa almeno è l’idea di Ryan Kearney, executive editor del sito web di The New Republic, che ha dedicato un ampio articolo alla questione. Dai tempi di Ok Computer in poi, sostiene, i testi dei Radiohead sono prevalentemente concepiti in modo tale da «non raccontare una storia in modo lineare, bensì portare l’ascoltatore dentro a un cervello che sta andando in tilt». In precedenza, ricorda, alcuni testi di Thom Yorke erano meno criptici (come in “Anyone can play guitar”: «I wanna be wanna be wanna be Jim Morrison») ma secondo Kearney «non passerebbero un corso di poesia delle medie».

L’idea insomma, scrive il giornalista, non è raccontare una storia, riferirsi ad avvenimenti o a questioni scostanti, ma trasmettere in modo non lineare i temi tradizionalmente cari alla band, come «orrore, isteria, alienazione e oppressione». Lo si vedeva con “Paranoid Android” (“Please, could you stop the noise? I’m trying to get some rest / From all the unborn chicken voices in my head”) e il discorso vale anche oggi (“low flying panic attack”). Lo stesso Thom Yorke aveva dichiarato di concepire la stesura dei testi come «tante mini-storie o immagini visuali, senza una spiegazione coerente del loro significato».

radioheadburnthewitch

Da dove arriva allora l’esigenza di leggere dei messaggi politici o riferimenti all’attualità in un testo che parla essenzialmente per sensazioni e immagini? Secondo Kearney non è tutta colpa dei fan o dei giornalisti. «Coltivare il mistero fa parte della strategia marketing dei Radiohead», conclude il giornalista, attaccando Thom Yorke: «È il paroliere più sopravvalutato nella storia della musica».

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