Industry | Dal numero
Bryanboy, da influencer a star di TikTok
Storia del blogger, poi influencer, che si è reinventato su TikTok a quasi 40 anni, puntando sull'ironia e la capacità di prendersi in giro.
Bryanboy, in un frame da TikTok
“Nella vita vorrei crederci abbastanza come Bryanboy”, mi chiedo perché nessuno l’abbia ancora usato in una strofa di qualche canzone. Lui stesso su TikTok canta quasi abitualmente, intona «I really don’t care about what / other people think of me», in un modo talmente tanto musicale che numerosi utenti lo hanno ripreso, come @anaperezworld, «forse è il mio TikTok preferito, dovremmo canticchiarcelo spesso». Perché Bryanboy, pseudonimo di Bryan Gray Yambao, è da sempre un personaggio sui generis, un appuntamento fisso per chi segue il settore della moda, che ha iniziato come blogger su Typepad (una delle piattaforme originarie per i blog) nel 2004 quando viveva a Manila, nelle Filippine, con le sue prime traversie digitali proprio mentre Scott Schuman apriva The Sartorialist, Tavi Gevinson fondava Style Rookie, e lui era l’outsider definitivo. Durante il lockdown di marzo si è reinventato di nuovo con quella capacità incredibile di sperimentare la contemporaneità, e a Stoccolma, dove si è trasferito insieme a suo marito, ha iniziato a condividere qualche video su TikTok. Sei mesi e mezzo dopo, aveva superato 1 milione di follower.
Cinque ore fa è atterrato a Parigi per la presentazione delle nuove collezioni. Mascherina, giacca pile e marsupio Celine, visiera anti droplet, “Airport Elegance” gli commentano sotto alla foto di Instagram. Bryanboy, nume tutelare degli influencer, uno dei pochi anche in questo periodo sta provando la gioia di prendere un aereo. Desiderato dai marchi sul posto, anche se la sfilata di Fendi la sta guardando sul pc dal balcone di un hotel parigino, comprensibilmente ha scattato la foto ed è tornato in stanza visto che là ci sono 7 gradi, e oggi piove pure. Il video di TikTok che presenta il suo arrivo a Parigi non c’è ancora ma arriverà presto, è lì per quello. «Su questo strano social network, ogni volta che pubblichi qualcosa legato alla moda devi dare vita a una narrazione», ha spiegato a Business of Fashion a proposito delle sue mini storie, mini sketch, basta con gli influencer che danno un calcio a una scarpa e si cambiano i vestiti. Secondo Bryanboy, che te lo puoi sempre immaginare appollaiato su un divanetto blu giada di velluto tipo donna angelo del canzoniere guinizzelliano con la pelle diafana perfetta, l’estetica fintissima di Instagram è diventata stantia, specialmente durante la pandemia. «Quello che mi piace di TikTok», aveva continuato, «è che rende di nuovo viva la moda», e ti permette di dare sfogo al lato più ironico, magari di fare anche divertire, se sei bravo. Lui lo è.
@bryanboy What it’s like to go hiking in Gucci The North Face for the first time #TodayWasTheWorst #Hiking #TheNorthFace #TheNorthFaceXGucci
Come quando aveva 22 anni, ora ne ha 39, ciò che ha attirato e attira le persone verso la sua vita è stata la caricatura che ha fatto di sé stesso, così oltraggiosamente vanesia e lunatica che la prima descrizione del suo blog riferiva bene, “The adventures of the new moneyed classess bitch from Hell”. Lo seguivi per odio e ammirazione, con quella documentazione candida della night life e le battute politicamente scorrette, la critica alle collezioni che non gli erano piaciute per niente sul blog, la cronaca pedissequa dei suoi movimenti intestinali su Twitter: è stato un meme prima che i meme esistessero. Mentre riempiva «di cibo la tavola e di Chanel l’armadio», come ha ripetuto spesso, i suoi fan aumentavano, tra questi c’è anche Marc Jacobs. Che nel 2008, quando era alla guida di Louis Vuitton, ha dato il suo nome a una borsa. Si narra che per la campagna del 2006 di Fendi si siano ispirati alla sua posa “look-at-my-bag”.
Sul suo profilo TikTok c’è tutto questo. C’è qualche consiglio per essere “iconic”, lui lo definisce “il potere del miao”, ci sono i suoi video più appaganti, quelli Asmr, mentre accarezza diverse borse di diversi marchi, senti che bel rumore che fa Prada, senti come è particolare Valentino. E lui è ironico, si chiama “senior citizen” perché comunque ha un’età, fa satira. In un TikTok suo marito gli requisisce la Bentley e l’American Express, Bryanboy scambia la sua borsa di Chanel con un biglietto dell’autobus per andare a trovare un amico, per sentirsi a proprio agio posa una coperta di cashmere di Hermés sul sedile e stappa una bottiglia di Champagne Cartier che beve con la cannuccia. Si intitola “Ecco com’è andare in autobus per la prima volta”.
A BoF ha detto: «Non sto salvando la vita a nessuno, sono solo un fashionista gay con la passione per le borse. Voglio dare sfogo a me stesso, usare la moda in modo simpatico». Secondo Tribe Dynamics, nel mese di agosto i video di Yambao che mostravano accessori Louis Vuitton, Dior, Saint Laurent, Cartier e Chanel, avrebbero generato un guadagno medio complessivo di oltre 578 mila dollari. Bryan Gray, Dorian Gray, ha dimostrato che sei sei bravo potresti persino non invecchiare mai. «Ma devi avere personalità», aveva risposto a Rachel Tashjian di Gq Us, lei gli aveva chiesto come fosse possibile non stancarsi mai delle sue imprese. «Sono sempre stato io dal primo giorno», one-man-show, «la mia personalità, i personaggi che ho creato, il mio umorismo. È la mia voce la mia valuta», anche questo sarebbe un bel verso per una canzone.