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Dopo i film, un sito di meta-critica sui libri

Martedì Literary Hub, uno dei più interessanti siti letterari in circolazione, ha lanciato una nuova sezione, chiamata Book Marks, che aggrega recensioni provenienti da un portafoglio di settanta pubblicazioni ritenute affidabili, con un meccanismo che ricorda quello che Rotten Tomatoes usa per i film e le serie. I redattori attribuiscono a ogni recensione una valutazione su una scala che va da F ad A: se un libro ottiene almeno tre recensioni, viene calcolata una media e il libro viene incluso nella sezione.

In questo momento per esempio, il nuovo romanzo di Don DeLillo, Zero K, ha una media di B+ ottenuta sulla base di 28 recensioni raccolte. Mentre, tra i libri con i migliori voti, si trova H is for Hawk, in italiano Io e Mabel (Einaudi), di Helen Mac Donald che, facendo la media tra le 23 recensioni, riceve un A+.

Su New Republic Alex Shephard commenta il lancio dell’iniziativa sostenendo che Book Marks evidenzia però un’inflazione di giudizi positivi sui libri: «Solo pochi», si legge, «hanno un media inferiore a B-». Vengono riportate le parole del direttore editoriale di Literary Hub Jonny Diamond, che sostiene di aver pensato a Book Marks per due ordini di motivi: il primo è realizzare una specie di mappatura che rifletta lo stato attuale del critica letteraria in America; il secondo è dare una mano ai libri che ricevono magari una grande accoglienza sul piano critico, ma non sono sostenuti da una altrettanto grande campagna di marketing, cosa che finisce per penalizzarli. Il punto però, obietta il giornalista di New Republic, è che al momento non si nota una grande differenza tra libri mediocri e libri belli, ma questo, appunto, più che essere un problema di Book Marks, è un problema della critica americana che affonda le radici nelle università: una tendenza a esprimersi in modo eccessivamente positivo sulle opere letterarie.