I movimenti che vogliono rovinare il matrimonio di mr. Amazon non ce l'hanno solo, né tanto, con lui: il problema è ciò che Bezos rappresenta e il fatto che abbia deciso di venire a rappresentarlo proprio a Venezia.
A causa delle proteste dei veneziani, Jeff Bezos è stato costretto a spostare il suo matrimonio
La festa finale, prevista per il 28 giugno nella Scuola Grande della Misericordia è stata spostata all'Arsenale. Per motivi di sicurezza, pare.

Tommaso Cacciari, uno dei principali esponenti del movimento “No Space for Bezos”, l’ha definita «una vittoria a tavolino 3-0». Jeff Bezos, l’uomo più ricco del mondo, Mr. Amazon, Mr. Washington Post, broligarca anziano, amico di Trump, è stato costretto a cambiare la location del suo matrimonio. Le nozze si faranno comunque e si faranno sempre a Venezia, ma non più nella Scuola Grande della Misericordia: ci si sposta tutti, sposi, sicurezza e 200 invitati all’Arsenale. Motivi di sicurezza costringono allo spostamento, pare: il proposito degli attivisti di “No Space for Bezos” di fare di tutto per impedire agli sposi di raggiungere la Misericordia, a quanto pare, è stato preso molto, molto sul serio.
Intervistato dal Fatto Quotidiano, Cacciari ha anche confermato che la manifestazione di protesta prevista per il 28 giugno è confermata. Si è permesso anche di ironizzare sul fatto che adesso Bezos e i suoi dovranno accontentarsi della periferie, mentre il centro storico sarà tutto per i cittadini. La decisione di spostare la festa finale – il matrimonio di Bezos sarà un evento lungo tre giorni, si inizia il 26 e si finisce il 28 – all’Arsenale è dovuta alla crescente tensione in città. Anche se non sono arrivate ancora dichiarazioni ufficiali da parte di Bezos, della sua futura moglie, dagli organizzatori e dagli invitati, è chiaro che le recenti e diverse manifestazioni contro il matrimonio hanno costretto ad ammettere che, semplicemente, non era aria. L’ultima, in ordine cronologico, di queste manifestazioni l’avrete vista apparire anche nel vostro feed social: un gigantesco striscione srotolato in piazza San Marco, “If you can rent Venice for your wedding, you can pay more tax”, opera del gruppo britannico Everyone Hates Elon e di attivisti di Greenpeace Italia.
Chissà se gli invitati al matrimonio più odiato dell’anno hanno preso male il cambio di location. C’è poco da fare, però, ormai: molti di loro sono arrivati e andarsene ora per questo motivo sarebbe un segno di grave cafonaggine. Quindi, per Ivanka Trump, Leonardo DiCaprio, Oprah Winfrey, Lady Gaga, Kim Kardashian, Katy Perry, Orlando Bloom, Bill Gates, la regina Rania di Giordania e tutti gli altri appuntamento all’Arsenale.