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12:49 giovedì 18 settembre 2025
Il late show di Jimmy Kimmel è stato sospeso per dei commenti di Kimmel su Charlie Kirk Commenti che però Jimmy Kimmel non ha mai fatto.
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.

La missione di Bannon per affossare la democrazia europea, spiegata dal Guardian

06 Giugno 2018

Steve Bannon era a Roma una decina di giorni fa. Prima era stato a Praga, a Budapest e in Francia. Bannon, già uno dei leader della campagna elettorale di Trump e poi consigliere del presidente dopo la sua elezione, aveva perso il posto alla Casa Bianca lo scorso agosto, pare dopo avere litigato con Trump, ed era tornato a Breitbart, il sito di estrema destra che aveva contributo a fondare più di dieci anni fa. Intanto continua a farsi vedere in Europa, dove partecipa a eventi dei partiti e dei governi populisti e continua ad invocare la rivoluzione populista nel vecchio continente. Qual è il suo piano? Ha provato a spiegarlo Natalie Nougayrède, la giornalista francese esperta di affari internazionali, in un’interessante analisi pubblicata dal Guardian. Già il titolo rende l’idea: “Steve Bannon is on a far-right mission to radicalise Europe”.

C’è chi dice che le varie apparizioni in Europa sono solo una questione di ego, un modo per sentirsi importante all’estero dopo avere perso punti in patria, o forse una strategia per rientrare nelle grazie dei Trump (l’ex consigliere, o così almeno si racconta, mandò The Donald su tutte le furie per essere stata una delle fonti di Fire and Fury, il libro pieno di gossip sulla Casa Bianca, inoltre era già visto malvolentieri perché non andava d’accordo con la figlia e il genero di Trump). Nougayrède però non la vede così: «Non riesco a credere alla versione, semi-rassicurante, secondo cui Bannon avrebbe messo gli occhi sull’Europa soltanto per compensare il fatto che Trump l’abbia allontanato».

Qual è allora il piano? È, come lo definisce Nougayrède, «una battaglia culturale in stile gramsciano». I viaggi di Bannon nel continente sono «parte di una guerra ideologica tra i nazionalisti e i globalisti, uno scontro che Bannon sta tentando di esacerbare e inquadrare». Quello a cui punta l’ex consigliere di Trump è «la ridefinizione dell’Occidente come un’entità nazionalista e cristiana sul piede di guerra contro i barbari». Lo strumento per ottenerlo, appunto, è la battaglia culturale, una guerriglia che si combatte a forza di slogan e di ideologie. Parlando ai sostenitori di Marine Le Pen in Francia, lui stesso l’ha messa giù così: «Lasciate che vi chiamino razzisti, xenofobi, nativisti, omofobi e misogini: anzi, andatene fieri!»

Poi, c’è la ridefinizione dell’Unione europea. E qui la cosa si fa (relativamente) complessa, perché Bannon è sì un’anti-europeista ma è anche un occidentalista. «Non parla mai apertamente della distruzione del progetto europeo. Piuttosto, vuole che esso cambi,  attraverso lo smantellamento della moneta unica e la sconfitta dei valori liberali e universalisti, e che si trasformi in una “confederazione di Stati liberi e indipendenti”». Con il vecchio continente, del resto, ha un rapporto stretto anche perché l’ondata populista è iniziata qui prima che negli Usa. Quello che ha in mente è «un nuovo mondo che inizia dall’Europa».

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