Hype ↓
14:03 mercoledì 7 maggio 2025
Per la prima volta nella storia, un fumetto ha vinto il Premio Pulitzer  L'unico precedente è stato Maus nel '92, che però vinse nella categoria Special Awards and Citations.
Anche i cardinali stanno guardando Conclave per prepararsi al Conclave Stando a fonti vicinissime al Vaticano, tutti i cardinali che lo hanno visto hanno trovato il film molto realistico.
È morto Enrico Baleri, il designer che ha inventato la sedia Spaghetti Aveva 83 anni e nel 1979 disegnò, assieme a Giandomenico Belotti, un oggetto che è diventato un'icona del design italiano.
Il Ceo di Pop Mart ha guadagnato un miliardo e mezzo di dollari in una settimana grazie ai Labubu Ora il 38enne Wang Ning ha un patrimonio personale di 16,1 miliardi di dollari.
La Città del Vaticano “spegnerà” la sua rete telefonica per tutta la durata del Conclave Una misura drastica ma, a quanto pare, necessaria per garantire la segretezza dell'elezione del Papa.
Hanno fatto un musical su Luigi Mangione ed è già sold out Protagonisti dello spettacolo assieme a lui sono Sam Bankman-Fried e Diddy, non si trova più un biglietto per nessuna delle cinque date annunciate.
James di Percival Everett ha vinto anche il premio Pulitzer Dopo il National Book Award, il Kirkus Prize e la shortlist dell'International Booker Prize, si chiude così la stagione perfetta dello scrittore.
In Grecia non ci sono lavoratori per accogliere i turisti in arrivo questa estate Ce ne vorrebbero 80 mila ma gli imprenditori del settore non hanno idea di dove trovarli.

Autori famosi che parlano del simbolismo nelle loro opere

02 Dicembre 2013

Nel 1963 Bruce McAllister, allora sedicenne, si trovò alle prese con un compito in classe di inglese particolarmente ostico: si trattava di imparare a riconoscere i simbolismi degli scrittori che lui e i suoi compagni stavano studiando. Probabilmente scoraggiato dal tedio della mole di lavoro, il ragazzino decise di risalire alla fonte del problema: optò per redigere un breve questionario di quattro domande da inviare agli autori, per chiedere direttamente a loro di spiegare le proprie opere.

Spedì la sua lettera di richiesta d’aiuto a 150 scrittori. Ecco le domande e alcune delle risposte provenienti da romanzieri oggi considerati colonne portanti della storia della letteratura mondiale, tratte dalla Paris Review.

 
1) «Pensa e inserisce consapevolmente, in modo intenzionale, simbolismi nelle sue opere? Se sì, per piacere, elenchi il metodo che usa. Crede che sia il suo subconscio a inserire simbolismo nei suoi lavori?»;

Jack Kerouac: «No».

Isaac Asimov: «Consapevolmente? Cielo, no! Inconsapevolmente? Come si fa a non farlo?»

Ray Bradbury: «No, non metto mai volutamente simbolismo nelle mie opere. Sarebbe un sintomo di disagio, ed essere a disagio è controproducente per ogni atto creativo. Meglio lasciare che sia il subconscio a fare il lavoro al posto tuo e farti da parte. Il miglior simbolismo è sempre imprevisto e naturale».
 

2) «I lettori desumono mai che esista un simbolismo in sue opere che nei piani iniziali non avrebbero dovuto averne? Se sì, cosa ne pensa di questo tipo di deduzione?»;

Saul Bellow: «Eccome se lo fanno. Andare a caccia di simboli è una pratica assurda».

John Updike: «Ogni tanto – di solito non si accorgono dei simboli presenti nel testo».

Joseph Heller: «Capita spesso, e in ogni caso ci sono buone ragioni per arrivare a queste conclusioni. La mia reazione è spesso scocciata. A volte spiritosa. A volte anche piacevole, il che significa che la mente del lettore ha collaborato in modo creativo con ciò che ho scritto».
 

3) «Crede che i grandi scrittori di classici abbiano inserito volutamente del simbolismo nelle loro opere? O che sia successo inconsciamente?»;

John Updike: «Alcuni lo fecero (Joyce, Dante) più di altri (Omero), ma è impossibile pensare a un importante lavoro di narrativa senza una sorta di dimensione simbolica».

Ray Bradbury: «Questa è una ricerca che devi fare da solo».

Jack Kerouac: «Lascia perdere – ci sono diversi generi di “classici” – Sterne non usò alcun simbolismo, Joyce sì».

 
4) «Ha qualcosa da commentare riguardo alla materia in oggetto, o qualcosa che crede sia pertinente con questi studi?»

Jack Kerouac: «Il simbolismo è perfetto per la fiction, ma io scrivo storie vere sulla vita di persone che conoscevo».

John Updike: «Sarebbe meglio che facessi le tue riflessioni personali su questa questione».

Iris Murdoch: «C’è molto più simbolismo nella vita quotidiana di quanto alcuni critici letterari sembrano capire».

Nella foto: Jack Kerouac.

Articoli Suggeriti
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Leggi anche ↓
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Le scorie del dibattito sul nucleare italiano

Tra ministri dalle idee non chiarissime, popolari pagine Facebook e cartoni animati virali su YouTube, la discussione sull'atomo in Italia è una delle più surreali degli ultimi anni.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.