Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
A Berlino vogliono bandire le auto dalla città
Si chiama “Autofrei” e punta a creare la più grande “area pedonale” al mondo: si tratta di una petizione che ha raccolto più di 50 mila firme per bandire definitivamente le auto in un’area di 88 km quadrati. Uniche eccezioni chi si muove per lavoro, chi ha disabilità e ovviamente ambulanze e forze dell’ordine; a tutti gli altri, invece, sarebbero concessi solo 12 ingressi in auto all’anno con auto noleggiate, come nel caso di chi dovesse traslocare. Se la svolta sembra a molti eccessivamente radicale, a maggior ragione dati i passi da giganti dell’industria delle automobili in fatto di veicoli ibridi ed elettrici, è anche vero che per raggiungere gli obiettivi del governo federale per le emissioni dei trasporti metà delle auto tedesche dovrebbero essere elettriche entro l’anno prossimo. «Questo chiaramente non accadrà – ha commentato Nik Kaestner, uno dei promotori della campagna – Oggi solo l’1,3 per cento dei veicoli in Germania è elettrico. L’unica soluzione è ridurre quanto guidiamo, non solo cosa». Ma non solo emissioni: l’usura e lo smaltimento degli pneumatici, l’occupazione di suolo pubblico e il pericolo per i cittadini di incidenti in quartieri molto affollati.
Secondo una ricerca del 2014, il rapporto tra lo spazio occupato dalle auto ed effettivo utilizzo è ridicolo: 58 per cento di suolo occupato mentre solo un terzo degli spostamenti in città è effettuato da veicoli, mentre le biciclette occupano il 3 per cento e rappresentano il 15 per cento degli spostamenti. Secondo i sostenitori della campagna, è un paradosso che le auto occupino 17 kmq, 20 volte più delle biciclette, nonostante Berlino sia una delle città più bike friendly d’Europa. «Vogliamo vivere, respirare e giocare insieme. Vogliamo che le persone possano dormire con le finestre aperte e che i bambini possano tornare a giocare per strada», è il manifesto di Nina Noblé, una delle fondatrici dell’iniziativa. Il referendum partecipativo tedesco è diviso in tre fasi: 20 mila firme sono il primo step, mentre nel secondo 170 mila firme bastano per proporre all’amministrazione l’attuazione in legge, se così non avviene la questione passa nelle mani dei cittadini, via posta. Un precedente referendum sulla mobilità ciclistica di Berlino non è arrivato al terzo round perché è stata attuato, diventando legge, cosa che potrebbe succedere anche al movimento “Autofrei”, dato sopratutto il peso che i Verdi avranno nella prossima colazione di governo e al loro incremento del 18,9 per cento a Berlino nelle scorse elezioni.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.