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L'importanza della colonna sonora nei videogame: senza citare blockbuster, prendiamo due casi in cui la musica si fa gioco.

di Pietro Minto

Proteus è un gioco d’esplorazione e musica. Lo si può acquistare online per 10 euro e contiene un mondo fatto di natura e colori in cui un personaggio misterioso vaga su un’isola arrivando a nuoto dal mare. Ci si può appartare dietro un albero o seguire la collina che domina l’atollo. Non c’è nessuna missione: non c’è assolutamente nulla da fare, se non esplorare. A fare da compagnia ai giocatori c’è una colonna sonora molto ricercata realizzata dal musicista statunitense David Kanaga, che varia a seconda del percorso scelto, improvvisando il sottofondo sonoro a seconda delle azioni del giocatore. Dipende da dove ti porta la tastiera: se ci si avvicina a un albero, la melodia cambia, così come se all’improvviso ci si ferma. Proteus, creato da Ed Key, tra il 2011 e il 2012 ha sbancato parecchi festival indie di videogame, vincendo all’Indiecade il premio per il miglior audio. Questo non-videogioco in cui la musica la fa da padrone la dice lunga sull’importanza che ormai da tempo hanno assunto le colonne sonore dei videogame. Nascono vere e proprio Ost (Original soundtrack) come quelle dei film, e può succedere che qualcuno tenti il percorso inverso: fare un album pensando a ogni canzone in riferimento a una “scena” di un gioco. Tettix, musicista di Atlanta, ha appena pubblicato Solace, «la colonna sonora di un gioco al quale non giocherete mai», perché non esiste, non è mai esistito né tantomeno esisterà. L’album consta di 22 brani, ognuno dei quali è “ispirato” a un’immagine di Solace, il non-videogioco. «Sono sempre stato affascinato dalla musica che racconta una storia» ha spiegato al sito Boing Boing. «Se le colonne sonore dei giochi fossero state disponibili negli anni ’80 probabilmente le avrei ascoltate di continuo (come faccio adesso)».

Ma com’è fatto Solace (il gioco)? Da quanto si può immaginare dalle immagini pubblicate da Tettix sul suo sito, il videogame avrebbe come protagonista un organismo colorato e rotondo con delle chele al posto delle mani. Il resto lo deve aggiungere e creare l’ascoltatore: si tratta di «musica che costruisce un mondo più che narrare una storia», ha spiegato. E ci sono anche regole precise: il gioco è ambientanto in un ecostistema Mmo (Massive multiplayer online) in cui «ogni creatura presente nelle immagine è un giocatore» che l’utente deve uccidere per fare evolvere il suo personaggio e acquisire nuovi poteri. Si direbbe avvincente, peccato che non ci sia modo di giocarci veramente – e Tittex ci tiene a precisare che non ha intenzione di chiedere soldi per svilupparlo a Kickstarter, anche perché non saprebbe comunque creare un gioco. Comunque vada, l’idea è valida sia per gli amanti del gaming che per chi è più interessato all’aspetto musicale della vicenda. È possibile scaricare l’album e le immagini di riferimento da qui. Dopodiché dovete lasciare fare alla vostra fantasia.

 

Anticipazione del nuovo numero di Studio, in edicola e in libreria (qui il sommario completo).

Immagine: una schermata di Proteus