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Anche stavolta il premio di Designer of the Year l’ha vinto Jonathan Anderson È la terza volta consecutiva, stavolta ha battuto Glenn Martens, Miuccia Prada, Rick Owens, Martin Rose e Willy Chavarria.
L’Oms ha detto che i farmaci come Ozempic dovrebbero essere disponibili per tutti e non solo per chi può permetterseli Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, in futuro bisognerà garantire l'accesso a questi farmaci a chiunque ne abbia bisogno.
Aphex Twin ha caricato a sorpresa su SoundCloud due nuovi brani ispirati a una vacanza in Sicilia Le tracce sono comparse a sorpresa e sarebbero state ispirate da una vacanza italiana del musicista, intristito dalla pioggia autunnale.
Il sindaco di Pesaro si è dovuto scusare perché ha coperto di ghiaccio la statua di Pavarotti per far spazio a una pista di pattinaggio Ma ha pure detto che Pavarotti resterà "congelato" fino a dopo l'Epifania: spostare la statua o rimuovere la pista sarebbe troppo costoso.
Siccome erano alleati nella Seconda guerra mondiale, la Cina vuole che Francia e Regno Unito la sostengano anche adesso nello scontro con il Giappone Indispettita dalle dichiarazioni giapponesi su Taiwan, la diplomazia cinese chiede adesso si appella anche alle vecchie alleanze.
È morto Tom Stoppard, sceneggiatore premio Oscar che ha reso Shakespeare pop Si è spento a ottantotto anni uno dei drammaturghi inglesi più amati del Novecento, che ha modernizzato Shakespeare al cinema e a teatro.
La tv argentina ha scambiato Gasperini per il truffatore che si era travestito da sua madre per riscuoterne la pensione Un meme molto condiviso sui social italiani è stato trasmesso dal tg argentino, che ha scambiato Gasperini per il Mrs. Doubtfire della truffa.
La parola dell’anno per l’Oxford English Dictionary è rage bait Si traduce come "esca per la rabbia" e descrive quei contenuti online il cui scopo è quello di farci incazzare e quindi interagire.

Arte sommersa

Opere rubate, scomparse, distrutte: la Tate le ricorda con la Gallery of Lost Art, un sito interattivo per scoprire il "lato oscuro" dei musei.

24 Ottobre 2012

Così come si dice che il 90% delle specie viventi che hanno abitato il pianeta sono ora estinte, potremmo dire che la grandissima maggioranza delle opere artistiche create dall’umanità sono oggi scomparse. In vari modi: bruciate, distrutte, perdute (in fondo al mare o vattelapesca) o rubate e mese al riparo da occhi indiscreti. È il “sommerso” del mondo dell’arte, quel buco nero che ha attratto e continua ad attrarre dipinti, statue e quantaltro. Pensiamo agli anni ’30, per esempio, quando il regime nazista organizzò mostre dedicate alla cosiddetta “arte degenerata”, ovvero le opere non in linea con con i valori e l’estetica del Terzo Reich. Nel 1939 vennero bruciati in piazza a Berlino molti capolavori contemporanei firmati Matisse, Gauguin, Van Gogh e Munch – fu soprattutto l’Espressionismo ad essere preso di mira dai nazisti. Altre opere invece vennero rivendute nei mercati stranieri. Ma la storia è un continuo bruciare-perdere-distruggere-rubare e se da una parte si tratta di una tendenza a cui è difficile opporsi, dall’altra qualsiasi tentativo di salvaguardia può dare frutti interessanti. The Gallery of Lost Art è un’iniziativa congiunta delle Tate Galleries di Londra e il network televisivo Channel 4, progettata dalla società di design e consulenza Iso. Si tratta di una mostra interattiva che per un anno sarà aperta a tutti online a questo indirizzo, ed è un viaggio negli ultimi cento anni dell’arte perduta, una lunga galleria di catastrofi, incendi, furti e altri accidenti, un memoriale ad alcune delle cose belle che ogni giorno perdiamo. Ma è anche un prodotto didattico, una visita guidata a un lato poco noto – anche perché sommerso – dell’arte. Come spiega Jennifer Mundy, curatrice dell’anomala mostra, «la storia dell’arte tende ad essere la storia di quello che è sopravvissuto. Ma le perdite hanno influenzato il nostro senso di storia dell’arte in modi che spesso non conosciamo».

Sul sito della galleria, cliccando sul menù in alto a sinistra si può visitare la mostra selezionando il nome dell’artista di cui si vuole conoscere la lost art o, più vagamente, una delle modalità con cui le opere sono state perse (quadri bruciati, rubati, distrutti, dispersi e così via). Vagando nell’ambiente digitale, si impara qualcosa di più su questo strano mondo: c’è una piccola opera di Lucian Freud rubata il 27 marzo 1988 e mai più ritrovata, anche se uno sconosciuto aveva chiamato l’artista inglese proponendosi come intermediario tra lui e i ladri; o il caso di John Baldessari che nell’estate del 1970 incenerì tutte le sue opere prodotte tra il 1953 e il 1966, facendo dell’eccidio un’opera chiamata Cremation Project (e divenuta subito la sua preferita).

La “mostra” è stata inaugurata lo scorso luglio ma di settimana in settimana vengono aggiunte nuove opere e nuove storie, ed entro qualche mese sarà possibile avere davanti agli occhi un vero e proprio «museo-fantasma» in cui i roghi convivono con i furti, i misteri, le leggende e la delicata categoria delle “opere non realizzate“. Categoria delicata perché la loro non-presenza non è dovuta a un atto violento o illegale ma al destino, che le ha intrappolate tra la vita e la non vita e magari ne ha conservato qualche schizzo preparatorio o, nel caso del Monumento alla Terza Internazionale di Vladimir Tatlin, il prototipo iniziale. Come degli spettri, queste quasi-opere d’arte hanno vagato per decenni tra archivi e libri di settore: ora possiamo dire abbiano trovato riposo per raccontarci quella parte di storia e di arte che non vedremo mai.   [Immagini: schermata iniziale del sito; ritratto di Francis Bacon (incompleto) di L. Freud, 1956-57; un momento del Cremation Project di J. Baldessari.]

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