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C’è un’associazione simile agli Alcolisti Anonimi che aiuta le persone dipendenti dall’AI Si chiama Spiral Support Group, è formato da ex "tossicodipendenti" dall'AI e aiuta chi cerca di interrompere il rapporto morboso con i chatbot.
I massoni hanno fatto causa alla polizia inglese per una regola che impone ai poliziotti di rivelare se sono massoni Il nuovo regolamento impone agli agenti di rivelare legami con organizzazioni gerarchiche, in nome della trasparenza e dell’imparzialità.
Il primo grande tour annunciato per il 2026 è quello di Peppa Pig, al quale parteciperà pure Baby Shark La maialina animata sarà in tour in Nord America con uno show musicale che celebra anche i dieci anni di Baby Shark.
Bolsonaro è stato ricoverato d’urgenza per un singhiozzo che andava avanti ininterrottamente da 9 mesi Il singhiozzo cronico dell'ex Presidente si è aggravato durante la detenzione in carcere, rendendo necessario il ricovero e anche la chirurgia.
Il thread Reddit in memoria di Brigitte Bardot è stato chiuso subito perché quasi tutti i commenti erano pesanti insulti all’attrice Accusata di essere una lepenista, islamofoba, razzista, omofoba e classista, tanto che i moderatori hanno deciso di bloccare i commenti.
Migliaia di spie nordcoreane hanno tentato di farsi assumere da Amazon usando falsi profili LinkedIn 1800 candidature molto sospette che Amazon ha respinto. L'obiettivo era farsi pagare da un'azienda americana per finanziare il regime nordcoreano.
È morto Vince Zampella, l’uomo che con Call of Duty ha contribuito a fare dei videogiochi un’industria multimiliardaria Figura chiave del videogioco moderno, ha reso gli sparatutto mainstream, fondando un franchise da 400 milioni di copie vendute e 15 miliardi di incassi.
A Londra è comparsa una nuova opera di Banksy che parla di crisi abitativa e giovani senzatetto In realtà le opere sono due, quasi identiche, ma solo una è stata già rivendicata dall'artista con un post su Instagram.

Chi era Antonio Sancassani, il fondatore del mitico Cinema Mexico

Un affettuoso ricordo dello storico proprietario della sala milanese, morto il 4 gennaio a 82 anni, firmato dall'amico e regista che gli ha dedicato il documentario Mexico! Un cinema alla riscossa.

09 Gennaio 2025

Sono un tipo curioso e mi piace fantasticare sui luoghi e le persone. Per strada, camminando, mi chiedo sempre che storie si nascondano dietro un bell’edificio, un cortile o un androne. Quel brulicare di vite che non ci è dato conoscere ma che a me piace inventare, ipotizzare. Deformazione professionale forse… Oggi però voglio raccontarvi una storia vera, non inventata che mi è capitata tanto tempo fa e che ancora mi scalda il cuore. Una storia legata ad un luogo e a una persona che con il tempo sono diventati una cosa sola. Nell’ormai lontano 2011 il mio film Cavalli, dopo i fasti del Festival del Cinema di Venezia venne mal distribuito e sparì dalla circolazione. Non bisogna essere dei registi per comprendere il mio stato d’animo all’epoca. Come molti miei colleghi (di tutta Italia voglio precisare) feci l’unica cosa possibile per ridare nuova vita al mio film: bussai alla porta di Antonio Sancassani, paròn del Cinema Mexico.

Se siete di Milano vi starete chiedendo perché non al cinema Anteo, o a qualche altra sala più blasonata? Il cinema Mexico è una delle ultime sale mono-schermo rimaste nella città di Milano. Una perla rara nel mondo del cinema contemporaneo italiano, un’utopia che ogni giorno lotta per riaffermare il suo diritto di esistere, un esempio tangibile di come ancora oggi sia possibile andare al cinema sognando il cinema. Asserragliato tra show-room di moda, baretti di tendenza e agenzie di modelle, avamposto di un certo tipo di cinematografia, il Mexico combatte da anni contro il fantasma della chiusura respingendo le offerte di chi lo vorrebbe acquistare per trasformarlo nell’ennesimo show-room.

La storia del Mexico è legata indissolubilmente alla figura di Antonio Sancassani, storico proprietario della sala, che da più di quarant’anni l’ha gestita curandone maniacalmente ogni singolo aspetto, dalla programmazione alle presentazioni, con quell’amore e quella dedizione che si ha solo nei confronti di un figlio. Inventandosi un modo di proporre cinema completamente fuori dagli schemi per salvare il suo locale da chiusura certa, Antonio ha saputo intercettare un suo pubblico dando una forte identità alla sua sala, diventando così il punto di riferimento non solo di un certo tipo di cinema, ma anche di un quartiere e di una città.

Indipendenza e libertà sono alla base del progetto Mexico: Antonio è stato uno dei pochi esercenti a rimanere slegato dalle logiche di mercato della programmazione. È lui che sceglie i film per la propria sala e per il proprio pubblico. Al cinema Mexico passano film indipendenti, opere prime, film in lingua originale, documentari, film dimenticati o “bruciati” dalle grandi distribuzioni. Antonio ha sempre sostenuto che devono sempre essere gli spettatori a decretare il successo o l’insuccesso di un film. Ecco spiegati i trentasette anni di programmazione del Rocky Horror Picture Show o i due straordinari anni di Il vento fa il suo giro, testimonianze tangibili dell’efficacia del “Sancassani’s touch” che lascia la possibilità a un film di crescere, farsi vedere e trovare un suo pubblico. È grazie a lui che a Milano sono passati film che altrimenti non si sarebbero mai visti.

Torniamo a quel 2011. Per chi non lo avesse conosciuto Antonio ad un primo impatto incuteva un certo timore non tanto per i suoi modi di fare ma per quella faccia da cow boy, l’orecchio mozzato… Comunque, si dimostrò disponibile a proiettare il film. Il giorno della proiezione però veniva continuamente rinviato. Ogni volta che andavo a bussare nel suo ufficio in cerca di una data precisa finivamo sempre a parlare d’altro, finché cominciai ad andare a trovarlo giusto per il piacere di passare del tempo insieme.

Antonio mi parlava di sé: della passione per il suo mestiere, dell’emozione forte che ancora prova quando si spengono le luci in sala e del profondo rammarico di non poter mostrare a suo padre ciò che ha costruito. Nei suoi racconti, Cinema e Vita si intrecciavano quasi come se l’uno fosse lo specchio dell’altra. Io lo ascoltavo rapito finché un giorno ho realizzato che avrei voluto “fermare” quelle parole e condividerle con più gente possibile. E così sono partito in maniera sconsiderata, senza fondi e senza una produzione alle spalle, e ho incominciato a seguire Antonio durante la sua vita lavorativa per cercare di raccontare la bellezza e il sacrificio che ci sono dietro alla gestione di una sala cinematografica che lotta ogni giorno per rimanere aperta.

Ma una cosa più di tutto mi interessava filmare: la tenacia di un uomo che ha inseguito per tutta la vita il suo sogno realizzandolo contro tutti e tutto. Mexico! Un cinema alla riscossa, il documentario su Antonio Sancassani e il Cinema Mexico è nato così. Sono entrato nel suo ufficio per chiedergli di programmare un mio film e ne sono uscito con un altro sottobraccio. E via in giro per l’Italia a presentare insieme il film. Provate a immaginarci, una coppia bizzarra e improbabile. Pensate che ogni volta in hotel ci chiedevano se volessimo camere singole o una matrimoniale. Quante risate…

Sabato 4 gennaio 2025 Antonio Sancassani si è spento a 82 anni. Ancora fatico ad abituarmi all’idea della sua assenza. Utilizzare il passato in alcuni passaggi di questo articolo mi è costata molta fatica. Sarà strano non trovarlo in cassa, o all’uscita del Mexico per scambiare commenti ma sentirò la sua presenza. Lui e il suo cinema ora sono diventati una cosa sola. I luoghi, quelli speciali, trasudano della vita di chi li ha creati. Allora amico mio, ci vediamo al tuo cinema. Que viva sempre il Cinema Mexico!

Il documentario Mexico! Un cinema alla riscossa è disponibile a noleggio su Prime Video, Apple, CGTv, Youtube

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