Hype ↓
15:45 mercoledì 30 aprile 2025
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.

La Mostra del cinema di Venezia è sempre più rilevante per gli Oscar

14 Settembre 2016

Al momento di prevedere, in ambito mediatico, i protagonisti della stagione degli Oscar, il Festival del Cinema di Venezia finora non è stato preso in considerazione quanto quello di Telluride, in Colorado, o quello di Toronto; se lo si paragona poi all’attenzione rivolta a Cannes la discrepanza rimane marcata, in gran parte perché molti dei giornalisti nordamericani che lavorano nel mondo del cinema non partecipano alla kermesse di Venezia. Ma qualcosa sta finalmente cambiando.

La Laguna è lontana dal jet set hollywoodiano, che più o meno nello stesso periodo ospita appunto altri importanti eventi, e molti critici lamentano che i suoi film in concorso sarebbero in genere particolarmente rappresentativi dell’arte cinematografica più sperimentale e di nicchia: il Leone d’Oro dell’edizione 2016 è andato a The Woman Who Left del regista filippino Lav Diaz, una pellicola di oltre 220 minuti, in bianco e nero, ambientata negli anni Novanta e ispirata al racconto breve ottocentesco Dio vede quasi tutto, ma aspetta di Lev Tolstoj: insomma, un film che di certo non si allinea con i criteri di cui l’Academy tiene conto per assegnare gli Oscar.

Eppure Venezia è stata molto spesso il trampolino di lancio per alcune delle pellicole premiate con il riconoscimento più importante del settore: gli ultimi due Oscar come Miglior film sono andati a Spotlight e a Birdman, entrambi presentati al Lido; The Hurt Locker vi ha debuttato nel 2008, prima di aggiudicarsi sei statuette. E ancora: Gravity, Philomena, Il cigno nero, Espiazione, Michael Clayton, The Queen – La regina, I segreti di Brokeback Mountain sono stati tutti candidati agli Oscar come miglior film e tutti precedentemente premiati a Venezia. E anche numerosi attori sono passati da Venezia prima di essere applauditi alla notte degli Oscar: una fra tutti, Natalie Portman ne Il cigno nero, film d’apertura della 67ª Mostra del cinema che le è poi valso l’Oscar come migliore attrice. Quest’anno Portman è al centro del caso Jackie, pellicola in cui interpreta magistralmente (e come poteva sbagliare? È una secchiona per definizione) Jacqueline Kennedy sotto la direzione del regista cileno Pablo Larraín, al suo primo film in lingua inglese.

jack

Su Variety il critico Guy Lodge spiega perché Jackie, tra i favoriti per la vittoria finale della Mostra – e di certo con La La Land di Damien Chazelle il film ad aver più beneficiato della passerella di Venezia – ha tutte le carte in regola per giocarsi le sue carte agli Oscar: il film è «sorprendente», una riscrittura provocatoria e riuscita del genere biopic, che di solito è «la strada più facile per un attore per venire acclamato», ma nel caso specifico per Natalie Portman rappresenta «l’opera più rischiosa della sua carriera». Il film era arrivato in Laguna senza un distributore americano, ma in breve tempo Searchlight se ne è assicurata i diritti, rendendo pubblico che uscirà nelle sale americane all’inizio di dicembre.

L’intelligente sceneggiatura di Noah Oppenheim – premiata dalla giuria veneziana presieduta da Sam Mendes – potrebbe essere un altro asso nella manica nell’assalto all’Academy, così come le musiche della compositrice britannica Mica Levi, già autrice della colonna sonora di Under the Skin, e secondo Lodge «la vera star sottotraccia del film». Natalie Portman impressionerà tutti, assicura il critico, anche chi non plaudirà alla rappresentazione fredda e iconoclasta degli ultimi giorni del presidente americano più amato. E tutte queste cose concorrono a dare un segnale tangibile: ai critici di Hollywood converrebbe iniziare a prenotare un aereo per Venezia per l’anno prossimo.

Articoli Suggeriti
I Kneecap volevano essere famosi, sono diventati famigerati

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi

Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».

Leggi anche ↓
I Kneecap volevano essere famosi, sono diventati famigerati

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi

Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».

Murata Sayaka è la scrittrice di chi si sente a disagio sempre e dovunque

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.

Sinners, il mio vampiro suona il blues

Negli Stati Uniti il nuovo film di Ryan Coogler è diventato un caso: un'opera indipendente, un B movie che mescola sesso, musica, horror e vampiri, che sta incassando quanto un blockbuster.

Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia

Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.

Un’ossessione chiamata Franco Maria Ricci

Quando, come e perché la casa di una persona normale diventa un archivio – parziale, ma comunque abbastanza esteso – di tutto quello che ha pubblicato FMR?